F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 1 0        2 0 1 1        2 0 1 2        2 0 1 3        2 0 1 4       2 0 1 5        2 0 1 6        2 0 1 7        2 0 1 8        2 0 1 9        >

 

●● ½

ANIMALI NOTTURNI
ELLE
JULIETA
PATERSON
PARADISE BEACH
LA RAGAZZA DEL TRENO
THE HANDMAIDEN
LA COMUNE
DETOUR

LOVING
CAFé SOCIETY

LA FORESTA DEI SOGNI
TORO
10 CLOVERFIELD LANE

FREE STATE OF JONES

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"è nel voler essere tante cose che il film di Gus van Sant fallisce l'obiettivo"

 

 

Prof in crisi con la moglie riscopre l'amore per lei quando questa si ammala. Come ci è finito nella foresta dei suicidi in Giappone e soprattutto riuscirà a ritrovare la via per la vita lasciandosi alle spalle i suoi demoni? Presentato in anteprima a Cannes  nel 2015, ma distribuito nei cinema solo nel successivo, "La Foresta dei Sogni" ripropone il medesimo sfondo prestato all'horror  THE FOREST  ponendo però la storia in un contesto meno fantastico (come genere cinematografico, non inteso come aggettivo dato che quel film-sòla equiparabile ad un sonnifero) e decisamente più drammatico. Il "fiume di alberi" del titolo originale non è "la foresta dei sogni" che si sono inventati i 'creativi' titolisti di Bananas, ma quella dei suicidi di Aokigahara, sita ai piedi del Monte Fuji. Nel luogo dove la gente va a morire, e nemmeno "morire d'amore" come cantava di 'Parigi' Paolo Conte. Tuttavia, il Gus van Sant di  PARANOID PARK  partendo dai presupposti di cui sopra, sposta il tutto su un versante romantico-sentimentale, pur con forti accenti drammatici e uno spizzico di fantastico. E quando si tocca anche il "survival movie" allora si resta comprensibilmente un po' disorientati, al pari del protagonista che ha smarrito la via e perso la bussola (in tutti i sensi). E' nel voler essere tante cose che il film di van Sant fallisce l'obiettivo, pur contando delle belle interpretazioni di McConaughey e della sempre brava Watts, la quale in quel suo "non voglio morire, ma non in senso assoluto, in una camera di ospedale" rivela una disperazione e un desiderio che un Destino beffardo [EVIDENZIA LO SPOILER] ma sempre crudele, vorrà comunque esaudire (l'inaspettato incidente all'incrocio colpisce lo spettatore con un pugno nello stomaco). Menzione d'obbligo per Watanabe che incarna il "terzo personaggio": l'anima perduta di un aspirante (?) suicida pentito, che vaga in penitenza in quel purgatorio terrestre che è Aokigahara. [FB]

 

[THE SEA OF TREES] di G. VAN SANT, CON M. MCCONAUGHEY, N. WATTS, DRAM/FANT, USA, 2016, 106', 2.35:1