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"il più bel film di Tornatore"

 

 

Un uomo corre dopo uno sparo lungo la campagna buia e sotto una pioggia scrosciante. Viene fermato da alcuni agenti e condotto in uno strano commissariato nel bosco e interrogato da uno zelante commissario... Il più bel film di Tornatore (l'unico?) è una storia che si dipana lentamente: tutto viene costruito (o meglio: ricostruito) durante l'interrogatorio... "Per non morire di angoscia o di vergogna gli uomini sono costretti a dimenticare le cose sgradevoli della vita, e più sono sgradevoli sono più sono costretti a dimenticarsele"... Peppuccio Tornatore reduce dall'exploit di "Nuovo Cinema Paradiso" (lavoro sopravvalutatissimo che gli era valso comunque l'Oscar: ma si sa, gli Oscar sono quasi sempre andati a film mediocri) si ritrova tra le mani un altro grande attore francese: Gerard Depardieu. Non so le cose come siano andate, ma nel ruolo del commissario si materializza per incanto nientemeno che Roman Polanski. Avere uno dei maggiori registi come attore dev'essere roba da far girare la testa e difatti dopo questo film il caro Peppuccio non ne combinerà più una giusta. E lo dico senza mettere in dubbio il suo talento prettamente tecnico che sfortunatamente non rientra nel riuscire a compattare la narrazione e non lasciarsi andare a inutili ridondanze. Certo, ad una seconda visione, conoscendo ormai la storia [EVIDENZIA LO SPOILER] e il colpo di scena (inaspettato la prima volta, nonostante sia -volutamente- anticipato, addirittura prima dei titoli di testa) che posta il presunto giallo su un piano metafisico. "Una Pura Formalità" ad una seconda visione perde parecchio del suo primo appeal, ma resta comunque uno spettacolo godibile. Merito del carisma dei comprimari e di un'ambientazione teatrale ma estremamente suggestiva, contrappuntata da un ininterrotto stillicidio di gocce che cadono dal soffitto su catini e bacinelle disseminate ovunque per il commissariato. [FB]

 

di G. TORNATORE, CON G. DEPARDIEU, R. POLANSKI, S. RUBINI, GIALLO, ITALIA, 1994, 110', 1.85:1