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T R A I L E R

   
 

"ci va un bel coraggio per rifare 'La Dolce Vita' di Fellini"

 

 

Scrittore disilluso, indolente, cinico per necessitą, si aggira tra le rovine culturali di una Roma imbarbarita, in cerca d'una "grande bellezza" che lo convinca ad abbandonare la vacuitą per tornare al suo primo amore... Ci va un bel coraggio per "rifare" "La Dolce Vita". Sorrentino ci prova, sfornando quello che sembra proprio una sorta di remake, aggiornato, contaminato, invelenito. L'inseparabile Toni Servillo si aggira nella capitale monumentale in mezzo ad opere d'arte, e come Dante all'Inferno visita i gironi dei dannati: nuovi barbari sprofondati in un'opulenza effimera, indolenziti e colpevoli di quello che Bocca avrebbe ricondotto al "putrefarsi di una nazione". Il talentuoso giovane regista, sempre pił consapevole dei propri mezzi dopo aver dato sfoggio al suo talento visuale nel suo film "americano"  THIS MUST BE THE PLACE  compie un ulteriore passo in avanti azzardando nel montaggio (semplicemente pazzesco il finto-spot sulle note del jingle della domenica sportiva) incaricando il suo antieroe di ridicolizzare e compatire il salotto buono della post-intellighenzia radical-chic (un circo barnum che avrebbe fatto l'orgoglio di Fellini: nane, pazzi, suore, perfino "sante") salvo la spogliarellista 45enne di Sabrina Ferilli: meravigliosa ma anacronistica, disillusa come il protagonista che difatti la cercherą per coinvolgere per condividere quei monumenti millenari che sopravvivono a quell'umanitą becera e inutile. L'italianitą post-boom economico, passata indenne tra le correnti finto-rivoluzionarie sessantottine, sopravvissuta allo stupidario edonistico degli anni '80 (incarnato dal corpo flaccido, decomposto, di una mostruosa Serena Grandi) oltrepassando gli impersonali anni '90, sembra ormai destinata alla morte come prende atto il nostro "poeta", circondato sempre pił da un'aura cimiteriale costellata di morti premature. Omaggi, oltre che felliniani, morettiani. Oscar al Film Straniero. [FB]

 

di P. SORRENTINO, con B. SERVILLO, C. VERDONE, S. FERILLI, DRAMMATICO, ITALIA, 2013, 142', 2.35:1