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SI ALZA IL VENTO T R A I L E R |
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"un film di fantascienza con molta scienza e poca fanta" |
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Mentre riparano un satellite, alcuni astronauti sono sorpresi dalle conseguenze di un incidente spaziale e vengono decimati. Restano in due, ma per tornare a casa occorre raggiungere la stazione orbitante vicina... Si è tanto parlato di "Gravity", film-scommessa di Alfonso Cuaron, girato in assenza di gravità e con due soli attori, catapultato da Venezia sino alla passerella degli Oscar (che il regista ha vinto assieme ad altri 6!). Com'è? Beh, è un film di fantascienza con molta scienza e poca fanta. Per capirci: la storia, pur inzeppata di incongruenze e inverosimiglianze, potrebbe anche accadere nella realtà: non ci sono né ufo né anamnesi cristologiche, tant'è che ad eccezione di un'immagine sacra (presente nella stazione spaziale russa!!) non vi si trova traccia delle parabole filosofiche care all'autore. Va anche detto che la soggettiva dentro ad un casco spaziale non era mai stata tanto realistica da "2001", e dal momento che si è dovuto scomodare la summa, diciamo che quest'ultimo epigono non vi si avvicina, portandosi più che "oltre Giove e verso l'infinito" al più nei dintorni delle stazioni spaziali gravitanti attorno al pianeta blu (aperte a chiunque vi si avvicini, dato che basta aprire la porta!). Sul piano della credibilità avrebbero certamente giovato due volti sconosciuti come protagonisti della scena, piuttosto che trovarci un Clooney sin troppo ridanciano ed una Bullock di plastica (quante iniezioni al botulino per somigliare ad una bambola di porcellana?) che non riesce ad essere mai convincente nel ruolo dell'astronauta che si cava d'impiccio da sola (o quasi) da una situazione-limite. Mi faceva notare il mio ospite: "sembra sempre e solo una massaia". Gli effetti speciali sono logicamente il punto forza della pellicola, ma dopo l'inizio effettivamente vertiginoso (i continui ribaltamenti dell'ottica che danno il senso dell'assenza di gravità) alla lunga ci si abitua, e il canovaccio mostra tutti i suoi limiti. [FB] |
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[ID] di A. CUARON, con G. CLOONEY E S. BULLOCK, FANTASCIENZA, USA, 2013, 85', 2.35:1 |