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IL VIZIETTO COMIC THRILLER DRAMA |
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Michael Myers, da bambino, prende a coltellate la sorella senza alcun movente. Chiuso in un manicomio a oltranza, evade ormai grande e grosso, ma mosso sempre dall'insopprimibile impulso omicida. Ritornato alla città natale, trova gioco facile celando l'identità dietro alla cerulea maschera, nella festa di Ognissanti. Sulle sue tracce si mette un medico che l'aveva in terapia, convinto che Michael sia l'incarnazione del male. John Carpenter raccoglie lo spunto di quel minore, ma a mio avviso seminale COMUNIONE CON DELITTI creando il primo vero "slasher" della storia del cinema. Per la prima volta l'assassino (ancora più che in comunione) non ha movente, ma uccide "tanto per", colpendo indistintamente chiunque gli capiti a tiro, senza distinzione di sesso o posizione sociale. La vendetta, se di vendetta si tratta, è contro il mondo tutto. Per di più, il maniaco si erge a icona grazie al travestimento che ne fa la più terrificante della maschere in circolazione in occasione della festa delle zucche. Se secondo la tradizione americana (fastidiosamente ripresa nella vecchia Europa che troverebbe un più adatto e rispettoso corrispettivo nella notte del solstizio d'estate, o "Notte di Valpurga") vivi e morti si incontrano nella notte a cavallo del primo novembre, la figura dell'assassino si fa piuttosto freddo araldo della "trista mietitrice" (l'enigmatica conclusione parla chiaro: non si può uccidere la morte). Tra le scene indimenticabili voglio ricordare quella in cui vediamo l'Uomo Nero (come viene accreditato nei dialoghi) scorto dalla protagonista Jamie Lee Curtis (alla sua prima apparizione al cinema) affacciarsi in mezzo a lenzuola stese, in un pomeriggio assolato: il mostro fa molta più paura qui, illuminato in pieno sole, che ammantato dalle tenebre. Da sola, questa sequenza, consegna la pellicola alla storia del genere horror, ancor più del solito tragico gioco a nascondarella delle malcapitate prede. [FB] |
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[ID] di J. CARPENTER, CON J. L. CURTIS E D. PLEASANCE, HORROR, USA, 1978, 93', 2.35:1, VOTO: 9 |