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HEREDITARY T R A I L E R |
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"si finge che non siano esistiti altri film dopo il prototipo e si chiude il cerchio" |
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Giunti al manicomio dov'è rinchiuso per 26 anni, due reporter gli mostrano la sua maschera cercando di smuoverlo da quella sfinge dietro la quale sempre si è celato. Evaderà riprendendo le vecchie abitudini: il massacro delle baby sitter. Ma fuori c'è chi lo ha aspettato per tutto questo tempo, per tre generazioni... Ideale chiusa della trilogia nuova iniziata da Rob Zombie, ma al tempo stesso chiusa del cerchio con il primo HALLOWEEN di Carpenter. In realtà si fa finta che non siano mai esistiti tutti i film a seguire il capostipite, con la sopravvissuta che ha messo faticosamente sù famiglia e ha vissuto preparandosi allo scontro finale con l'incarnazione del Male Assoluto. Con la figlia, il genero e la nipote adolescente tutti più o meno a considerarla una simpatica mattarella. Ritroviamo così Jamie Lee Curtis e l'ostinazione del suo personaggio che si riassume della sua dichiarazione alla polizia: "ho pregato ogni notte perché lui scappasse, così che potessi ucciderlo". Buono il prologo a precedere i titoli con la celeberrima ossessiva musichetta, bella la mattanza nel bagno lurido del benzinaio, più che discreto anche il piano-sequenza che vede le prime scorribande del Nostro la "notte delle streghe". Quindi è un film riuscito? Purtroppo mancano la genialità di Carpenter e la forza eversiva di Zombie e a parte le tre cosette accennate si sfocia nella noia e al déjù-vu ripetitivo (le solite morti, i soliti accordi) ma un qualcosa di nuovo giunge con il bunker sotterraneo che la protagonista ha costruito sotto la sua casa, dove ci ha pure allestito su una vera e propria santa barbara (e che rivelerà una sorpresa inattesa anche per il più smaliziato). "E' l'incertezza di essere il predatore o la preda che ha tenuto in vita entrambi sin'ora", ed è in questo capovolgimento (si cita il finale del primo, invertendo i "fattori") la trovata migliore dell'operazione che va incontro ad una chiusa appagante. [FB] |
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[ID] DI D. GORDON GREEN, con J. L. CURTIS, N. CASTLE, J. GREER, A. MATICHAK, HOR, USA, 2018, 106', 2.35:1 |