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T R A I L E R

   
     

 

Odiato da mass-media e dalla stessa popolazione, per quel suo essere ubriacone, violento e casinista, Hancock, viene rieducato da un public-relation-man dalla bellissima moglie, per la quale prova da subito un'irresistibile attrazione. Scontata una pena simbolica in carcere, gli eventi prenderanno un'insolita piega... Strano ibrido questo "Hancock". E diciamolo subito: non del tutto riuscito esperimento di mescolare i generi per un'ennesima digressione sui super-eroi con super-problemi. Anzitutto, avrebbe giovato alla regia una mano più abile, in sostituzione del solito videoclipparo con il pallino degli zoom e della camera mossa. Poi mi ha a tratti quasi indispettito la fotografia esageratamente solarizzata per dorare le pelli del protagonista. Avrà avuto anche il suo perché (e chi lo vedrà potrà capire) ma non è proprio che sia un bel vedere. L'occhio vuole la sua parte, e per questo c'è una spettacolare Charlize Theron: talmente splendente, che sarebbe da preservare come patrimonio dell'umanità, in una teca di cristallo. I toni demenziali dell'inizio sono poco a poco stemperati, compiendo un vero e proprio testa-coda, poco dopo del clamoroso colpo di scena che -per quanto mi riguarda- i produttori erano miracolosamente riusciti a celare, dall'uscita del film nelle sale alla sua distribuzione per l'home video. Se qua e la, alcune cadute di gusto (il finale, è veramente un insulto allo spettatore) e scivoloni al limite del pecoreccio facevano levare gli occhi al cielo, è innegabile che un certo pathos la seconda parte riesce a generarlo. Assodato che Will Smith si confermi una straordinaria calamita attira-pubblico e che il tritacarne losangelino lo precetti in continuazione per affidargli qualsivoglia ruolo, ammetto di come le vesti di superuomo, man mano che il film proceda, gli vadano sempre meno strette. Miracoli di Hollywood. [FB]

 

[ID] di P. BERG, CON W. SMITH, C. THERON E J. BATEMAN, AZIONE, USA, 2008, 92', 2.35:1, VOTO: 6