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IMPRINT
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HOMECOMING
DREAMS IN THE WITCH HOUSE
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MASTERS OF HORROR (TV)
Sullo sfondo della sporca guerra in Irak, nell'America delle menzogne e delle elezioni truccate, alcuni reduci, ritornano. Che c'è di strano? Erano morti. Ed è un problema, perché non fanno nulla per farsi abbattere giustificatamente. Semplicemente: esistono, e all'approssimarsi delle nuove elezioni, è un bel problema... Joe Dante, usa l'horror come pretesto e la visibilità garantita dalla rete via cavo "Show Time", per scagliarsi contro la giunta Bush. E centra il bersaglio al pari di un Michael Moore. Pur non avendoci lasciato un ricordo indelebile né per stile o particolare bravura (i suoi film più famosi e passati a loro modo "alla storia", sono l'infantilotto "Greemlins", lo scialbo "L'Ululato" e l'almeno divertente "Salto nel Buio") riesce a confezionare un prodotto sopra la media, che con l'episodio di Carpenter e quello di Takashi Miike, si divide il podio di questa serie. Addirittura quasi commuove facendo degli zombi-soldato creature patetiche e tristi: la telefonata del figlio al padre è decisamente toccante. Il cinismo dei due portavoce del governo che in tv, l'uno strategicamente menzognero, l'altra sinceramente stronza (falchi travestiti da colombe) crea il precedente per un punto di non ritorno, anzi un punto "di ritorno" che diventa irreparabile quando è il presidente stesso a riprendere in un discorso ufficiale la frase: "se potessero tornare, i nostri caduti direbbero che sono stati orgogliosi di servire il paese per una giusta causa". Le domande alla base di tutto è: perché ritornano e come si possono uccidere? Certo, non ci fossero confini tra realtà e finzione, tornerebbero quantomeno per essere morti sulla base di una bugia. Ed sarebbe pure peggio se la bugia fosse, come in questo caso, pure doppia. Encomiabile il messaggio, discreta la messinscena (un po' televisiva) con due attori principali "espressivi" quanto gli stoccafissi odiosi agenti di X-Files. [FB]
[HOMECOMING] di J. DANTE, CON J. TENNEY E T. GILL, HORROR, USA, 2005, 60', 1.85:1, VOTO: 7