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T R A I L E R

   
 

"per alcuni il capolavoro di Di Leo, per me non vale 'La Mala Ordina'..."

 

 

A Palermo, teste di serie della mafia vengono eliminati da un killer armato di lancia granate. L'unico grande assente rapisce la figlia (bona) di uno dei mandanti. Contattato, è disposto a pagare un forte riscatto, ma il boss dice no e chiede al killer, legato all'uomo che gli ha fatto da padre, di impedirglielo con ogni mezzo. In tutto questo anche in questura ci sono due squadre in conflitto. Il commissario incaricato all'indagine è in realtà colluso con chi ha dato l'ordine dell'esecuzione e il questore auspica che i clan si scannino tra loro... Bene, riconosciamo che la nota sindrome di Stoccolma possa giocare il suo ruolo, ma qui si esagera: Antonia Santilli (che ribadisco: è bona proprio) si concede ai suoi rapitori come neanche Ilona Staller sul set di uno dei suoi film: lo stesso Henry Silva ("Lanzetta", pettinato ed espressivo come Big Jim) prendendola a schiaffi, avrà a dire: "mi stai rammollendo! è una settimana che mi stai tra le gambe, non ho fatto che fotterti mentre fuori sta succedendo l'ira di Dio, drogata d'una ninfomane!". Mi pongo così fuori del coro che vuole "Il Boss" il capolavoro di Fernando Di Leo; certo la storia narrata anticipa (?) clamorosamente le tristi vicende che sarebbero seguite quindici anni dopo, in uno scenario dove i poteri dello Stato deviato, collusione dei politici, doppiogiochisti, e scellerati patti tra Stato e Mafia (!!) la fanno da padrone, ma è -a mio avviso- lin linea con  MILANO CALIBRO 9  ma inferiore a  LA MALA ORDINA  (la "trilogia del milieu") causa una sceneggiatura troppo macchinosa, la mancanza di una super-scena, con una chiusa prevedibile e un protagonista troppo legnoso. Fanno meglio P.P. Capponi (irriconoscibile con i baffoni nel ruolo di "Cocchi") e il questore Caprioli, peggio solo il sottoposto Gianni Garko, caricaturale ("un fottuto pagliaccio"). Bacalov morriconeggia a più non posso quando non gioca col progressive e i moog modulari. [FB]

 

DI F. DI LEO, CON H. SILVA, R. CONTE, G. GARKO, P. P. CAPPONI, POLIZIESCO, ITALIA, 1973, 105', 1.85:1