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"diffido ogni qualvolta un film italiano è preceduto dai loghi dei contributi regionali"

 

 

Un passato di sacrifici umani, ingraziamenti a divinità femminili, in cui due fratelli si liberano dalla schiavitù... Una tantum, accade Che un film prodotto in Italia (qui con contributi anche del Belgio) negli ultimi trent'anni non faccia cagare. E' cosa rara, tanto più quando alla regia non siede uno dei nostri "mostri sacri" (penso ad Avati ad esempio, essendo uno degli ultimi sopravvissuti). "Il Primo Re" è in pratica la storia dei fratelli "Romolo e Remo", futuri fondatori della città di Roma e capostipiti dell'Impero Romano che sarebbe seguito. L'uno interpretato da Borghi (già apprezzato nel film su Stefano Cucchi) e Lapice, si riallaccia in qualche modo alla trovata, tutta gibosoniana, di utilizzare l'idioma del tempo: nella fattispecie un latino arcaico. In realtà, a quanto si vede, sembra che nel passato laziale, preda della barbarie, si parlasse davvero poco, L'apertura vede i due sopravvivere ad una inondazione, appena dopo aver chiesto (improvvidamente?) sostegno da una dea pagana, per finire schiavi come il barbaro di Milius, per non scomodare  SPARTACUS  del Sommo. Da quanto si vede sembra che ai due sia riuscito quanto non lo sia stato per lo schiavo interpretato da Kirk Douglas. In pratica dinanzi ad una "vestale", sullo sfondo di braceri ardenti (cit) vengono spinti alla lotta contro il "campione di turno". L'inizio promette, ma poi il film non mantiene. Vuoi per il latino parlato con voce stentoria che fa sembrare tutti i personaggi ad un teatro sperimentale al liceo, vuoi per la staticità di una messinscena ritoccata digitalmente (bene, va detto) e ancora con musiche minimali ma oggi manifestamente "di maniera", finisce con l'ammorbare presto lo spettatore che si perde n quel che rischia di ricondursi a un delirio post-lisergico. O, in parole più povere, dei postumi di una sbornia. A ragion veduta diffido ogni qualvolta i loghi dei contributi statali e regionali precedono il titolo del film. [FB]

 

DI M. ROVERE, Con A. BORGHI, A. LAPICE, T. GARRIBBA, STORICO, ITALIA/BELGIO, 2019, 127', 2.35:1