F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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IL VIZIETTO
IL TRIANGOLO DELLE BERMUDE
ECCE BOMBO
IL PARADISO PUò ATTENDERE
FURY
HALLOWEEN
NOSFERATU

IL TOCCO DELLA MEDUSA
SOLAMENTE NERO
LA MALEDIZIONE DI DAMIEN
IL CACCIATORE
COMA PROFONDO
RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE
LA SETTIMA DONNA
NON VIOLENTATE JENNIFER

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"l'umanizzazione della figura del pedofilo assassino: pazzesco!"

 

 

Restauratore romano di affreschi ingaggiato da un vecchio amico in quel di Reims, lo convince ad eseguire un lavoro in Francia. Serve una modella per un putto, un angelo, e lo trova in una bambina della cantoria... Dopo il polverone censorio scaturito dallo "scandaloso" tango di Bertolucci, il cinema italiano visse una stagione della liberazione pazzesca. Videro così la luce film come  MALADOLESCENZA  oggi nemmeno immaginabili anche solo a livello di script. Il pochissimo noto film "Il Testimone" ci presenta ad un certo punto una sorta di "umanizzazione" (meglio: si solidarizza con esso) della figura del "pedofilo". Pedofilo e assassino. Una bomba che oggi deflagrerebbe sui giornali, tv e farebbe un chiasso assordante, e che invece, all'epoca, non destò alcunché. Protagonista un Alberto Sordi sulla scia de  UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO   a esprimere la sua verve drammatica pur in registro agrodolce. In verità la tematica è agghiacciante: si parla di lolitismo (fenomeno più che frequente nel cinema d'oltralpe) e di pedofilia. Lolite e pedofili vengono praticamente messe sul medesimo piano, e si stigmatizza solo (ma nemmeno poi tanto) "il Mostro", che verrà [EVIDENZIA LO SPOILER] prontamente perdonato dalla influente famiglia, seppur punito (ironia vuole, per caso) dalla Giustizia fai-da-te. Il pittore e restauratore protagonista si troverà a ricoprire i ruoli di: amico, testimone, preda (selvaggina di cacciagione!) e infine capro espiatorio. Sordi ci sta benissimo in quei panni che già aveva saputo esplorare in precedenti pellicole, e Noiret ne è la perfetta controparte: ambiguo (laido e viscivo?) ma anche ugualmente patetico. Potremo dire che entrambi sono la faccia della stessa medaglia. Il regista Jean-Pierre Mocky prova a fare il Monicelli di turno, ma il Maestro avrebbe saputo meglio tenere il timone di un dramma mascherato da commedia che comunque incolla alla poltrona. [FB]

 

[LE TEMOIN] di J. P. MOCKY, CON A. SORDI, P. LEROIT, S. DOBRIGNA, DRAM, FRA/ITA, 1978, ??', 1.85:1