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REQUIEM |
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"Park Chan-Wook: tra Forman e Gilliam, con una spruzzata di Jeunet" |
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In un ospedale psichiatrico troviamo una ragazza, che dopo un tracollo nervoso e un tentato suidicio in catena di montaggio, rifiuta il cibo e vive totalmente chiusa in sé stessa, convinta di essere un cyborg... Dopo la celebrata "trilogia della vendetta", Park Chan-Wook realizzava in patria questo curiosissimo "I'm a Cyborg, But That's Ok": film di difficile approccio (è disponibile in lingua originale, sottotitolato) ma del tutto meritevole di una visione. Se la galleria di mattarelli riallaccia la pellicola al Forman di QUALCUNO VOLò SUL NIDO DEL CUCULO è altrettanto vero che c'è parecchio di Gilliam nel tono grottesco che si mantiene lieve anche nelle sequenze drammatiche e violente, e anche un bel po' del miglior Jeunet. E c'è anche un po' di BLADE RUNNER nella parentesi che prevede una "presa di consapevolezza dell'essere". Tanta roba, quindi. Di lazzi si parlava, e come definire altrimenti le bizzarrie comportamentali dei ricoverati: si va da quello che crede di poter "rubare" le caratteristiche dei compagni semplicemente toccandoli ("trasferimento... partito!") alla grassona bulimica che si dice in possesso di calze "speciali" in grado di farla levitare dalla branda (scene fantastica, quella del volo immaginifico) sino alla protagonista che è talmente consapevole della sua condizione che in quella che è forse la sequenza più delirante del film, lberando l'aggressività repressa, si trasforma in una specie di "Battlestar Alita" crivellando di colpi gli odiati "camici bianchi", responsabili a suo dire della deportazione dell'amatissima nonna che l'aveva allevata: scena cruentissima commentata da un leggiadro valzer. Si passa con nonchalance dal dramma, allo sci-fi, dalla commedia grottesca al sentimentale. Aveva agguantato parecchi premi nei festival (Sitges, Berlino) ma non sufficienti per portarlo a Bananas. Grandi svolazzi registici, musiche splendide come al solito (anche uno yodel in coreano!) coloratissima la fotografia, originali i titoli di testa diegetici, e non da ultimo: ottima la prova di So Jung. [FB] |
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[CYBORGJIMAN GWAENCHANHA] di P. CHAN-WOOK, CON I- SOO-JUNG, SENT/FANT, COREA, 2006, 108', 1.85:1 |