F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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REQUIEM
BABEL
PROPRIETA' PRIVATA
LE VITE DEGLI ALTRI
LE TRE SEPOLTURE
IL CAIMANO

THE DEPARTED
SYRIANA
DIARIO DI UNO SCANDALO
LETTERE DA IWO JIMA
LE LUCI DELLA SERA
LA CITTA' PROIBITA
L'ULTIMO RE DI SCOZIA
THE NEW WORLD
FLAGS OF OUR FATHERS

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"un po' di figa qui? Ludivine Sagnier e Mathilda May. Può bastare? No, se restano vestite."

 

 

Presso la magnifica casa di uno scrittore giunge l'avvenente editrice ed amica. L'uomo, sposato, di lì a poco incappa in un giovane volto della tv della quale si invaghisce, ricambiato. Lui potrebbe essere suo padre... Un po' di figa, qui? Chiedeva qualcuno. Ludivine Sagnier e Mathilda May ci sono. Direi che due così nello stesso film possono più che bastare. La seconda, nota per il davanzale senza eguali (la ricordiamo in  SPACE VAMPIRES  di Tobe Hooper) e la seconda, esplosa in  GOCCE D'ACQUA SU PIETRE ROVENTI  di Ozon. "Stuzzicante la ragazzina, eh?". Quest'ultima è la presentatrice del meteo alla tv dove incappa nel personaggio di Berleand. Tematica ricorrente nell'immaginario francese, il "lolitismo", che investirà il vegliardo come il treno delle undici. Ancora una volta il povero Benoit Magimel va in bianco, come già ai tempi de  LA PIANISTA  dato che la francesina, non si sa come e perché, rifiuta le sua avances romantiche, gettandosi nella braccia del "nonno". Per quale ragione una giovane dovrebbe perdere, a parità di condizioni (sono ricchi entrambi) la testa per un vecchio. Siamo alle solite: credibilità, per questo  LOLITA  al contrario: ZERO. I dialoghi vanno dal mellifluo all'insulso, e -cosa non perdonabile- realizzi ad un certo punto come le due vamp non mostreranno nemmeno un centimetro nudo del proprio corpo (la Saigner vestita di piume che gattona è tutto quel passerà il convento; nulla di pervenuto riguardo la May. Ecco, questo è il genere di film insapore e incolore che detesto con tutto il cuore. Viene citato Woody Allen e forse si vorrebbe rifarsi ad una commedia (qui, più dramma) brillante come quelle del regista-attore. Ma questa è proprio una noia mortale! Manco le rivolverate destano lo spettatore dal torpore del sonno. Chabrol decotto, lontano da rimarchevole prove di un passato lontano. Si chiude con una metaforica ragazza divisa da una sega in due parti. [FB]

 

[LA FILLE COUPéE EN DEUX] di C. CHABROL, L. SAGNIER, M. MAY, F. BERLEAND, DRAM, FRA, 2006, 110', 2.35:1