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PUBLIC ENEMIES T R A I L E R |
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"quando Clint punta troppo in alto, fallisce il bersaglio" |
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Il neo-presidente del Sud Africa Nelson Mandela, dopo trent'anni di prigione, usa il rugby per unificare bianchi e neri in un paese ancora lacerato dall'Apartheid, puntando su una nazionale non certo imbattibile... Non c'è niente da fare: quando il buon Clint punta troppo in alto, fallisce il bersaglio. Con "Invictus" si voleva dipingere una sorta di affresco sulla voglia di riscatto di un paese nella persona del suo neo presidente superando quell'Apartheid caduta solo sulla carta ma non ancora nei fatti: intenti nobili che resteranno fallimentari sul piano dell'intrattenimento e del coinvolgimento emotivo. Il passato del carismatico politico (che un riuscito slancio registico materializza nel presente) è ridotto ad una visita all'ex prigione di un Matt Damon al solito imbambolato come cicciobello. Tolto ciò, della storia restano le partite di rugby verso le quali provo la partecipazione a quella che posso avere nel calcio (prossima allo zero) e le preoccupazioni della security del Presidente che lo vede esporsi ai pericoli. Portare poi una squadretta poco più che parrocchiale in finale mondiale contro gli "All Blacks" della Nuova Zelanda è l'impresa titanica che Mandela raggiungerebbe poi dopo un semplice colloquio con il capitano della squadra dei "bianchi", da lui eletta a rappresentante di una nazione di 43 milioni di persone (!) Parlando di enfasi, pur se Clint ci è stato attento, nel finale, paiono echeggiare più i "fasti" di "Fuga per la Vittoria", più che la riuscita di un'eroica e folle operazione politica. Morgan Freeman è bravo a incarnare la figura carismatica, ma di Mandela si sarebbe voluta un'analisi approfondita del suo passato, del suo dramma umano, di "non violento" illuminato, gandhiano. Mentre risuona in tutte le salse una sorta di crasi di "O Sole Mio" (Clint, poco ispirato anche al piano) le due ore passano comunque, complice il mestiere fuori discussione del regista, ma lasciano davvero poco. [FB] |
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[ID] di C. EASTWOOD, CON M. FREEMAN E M. DAMON, BIOGRAFICO, USA, 2009, 2.35:1 |