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"qui non si bada a spese: Margheriti e i Pirana!"

 

 

Brasile. Un manipolo di ladri alleggerisce di un bel po' di diamanti la cassaforte di una grossa società che finanzia così gli scavi di una miniera, nascondendo le pietre preziose nel bacino artificiale limitrofo in attesa che le acque si calmino. Non hanno tenuto conto che il tratto di mare è infestato di famelicissimi piranha... "Questi non badano a spese" si sente dire in un dialogo. E difatti produce Carlo Ponti, e a cotanto nome rispondono James Franciscus, Lee Majors, lo strabismo sexy di Karen Black, la coniglietta Margaux Hemingway e la sempre regale Marisa Berenson (di ritorno da Kubrick, mentre la Black lo era da Hitchcock) al servizio di Anthony M. Dawson, nome d'arte di Antonio Margheriti. "Killer Fish" conta su un'ambientazione esotica, belle location penalizzate da una fotografia un po' troppo flou, ma paga una sceneggiatura stiracchiata che deve ricorrere ad un'infinità di inutili orpelli pur di allungare la pietanza. In ogni caso, chi ci ha visto una scopiazzatura dei  PIRANA  di Dante non so veramente cos'abbia visto; vero che ci sono le scene splatter ma il plot è molto diverso. La sequenza che vede la Black calarsi in muta da sub nelle acque perigliose si segue abbastanza in apnea, e quando il quartetto si riunisce sulla barca della Berenson mentre fuori imperversa un tipico temporale tropicale (definirlo "uragano", così come avviene nel film, mi sembra un po' esagerato) non fosse per il tornado (!) che rompe gli argini della diga, riversando in mare il suo... "vivace" contenuto ittico. Al netto dei difetti (velo pietoso sui soccorritori più dementi della storia, dopo Stanlio e Ollio) il "pastiche" (c'è anche un po' del contemporaneo filone catastrofico, dentro, con gli immancabili modellini) intrattiene a dovere e si lascia seguire sino in fondo, quando "l'uomo da sei milioni di dollari" rischierà di diventare l'uomo da 6 milioni di pezzi da un dollaro. Musiche dei fratelli de Angelis. [FB]

 

di A. MARGHERITI, CON L. MAJORS, K. BLACK, M. HEMINGWAY, M. BERENSON, HOR, ITA, 1979, 97', 1.33:1