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La piccola Ofelia e sua madre raggiungono il generale Vidal, agli ordini del sanguinario dittatore Franco. La seconda sta per dare alla luce il figlio di quest'ultimo. I turbamenti nella mente della bambina, la portano a costruire attorno a sé un mondo immaginario... L'opera di Guillermo del Toro contiene in sé i krismi dell'autorialità: una via di mezzo tra la sospensione fiabesca di un Tim Burton e l'irruzione dell'irreale nella realtà quotidiana di Mr. Night Shyamalan. Ma è anche un film che esplode in taluni frangenti di una violenza inusitata per un fantasy, seppur desueto (il capitano franchista è dipinto come un mostro autentico, ben più letale dei mostri irreali che popolano il "labirinto" del titolo). Una nenia che si fa ninnanana, come leitmotif, scandisce infatti il percorso della piccola protagonista, incarnata egregiamente dalla tenera Ivana Baquero, che dovrà destreggiarsi tra pericoli vagheggiati e l'abominevole patrigno, figura spregevole, interpretata con altrettanto rigore dall'attore iberico Sergi López. Nel plot c'è grande pathos che si riflette in molteplici frangenti. Merito anche di una troupe che non fa veramente mancare nulla al regista: dallo scenografo, il costumista, al direttore della fotografia e a una direzione degli attori di tutto rispetto che non lesina nell'analisi delle psicologie di quei personaggi che potrebbero anche essere considerati "marginali" (la domestica Mercedes, la cui personalità si evidenzia nelle sue azioni) e che invece giocheranno al fine un ruolo determinante nella storia. L'allegoria è la figura retorica che riassume in una sola parola il progetto tanto caldeggiato e finalmente concretizzato da Guillermo (ovvero l'ottusità delle dittature e la bieca follia che le nutrono che ammazzando la libertà uccidono pure i nostri sogni) non poteva essere meglio descritta che in questo particolarissimo fantasy. Un'opera straordinariamente matura e profonda. [FB]

 

[Pan'S LABYRINTH] di G. DEL TORO, con I. BAQUERO, FANTASY, SPAGNA, 2006, 112, 1.85:1, VOTO: 8