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T R A I L E R

   
     

 

Tre sfigatoni, sopravvissuti agli anni della contestazione, passano il loro tempo a oziare in una sala da bowling, finché un altro "trio", questa volta di sedicenti "nichilisti", irrompono nell'appartamento di Jeff Lebowski, detto "Drugo", che rimane coinvolto, suo malgrado, in un anomalo caso di rapimento e riscatto... Non sono molte le commedie americane, in grado di farmi sganasciare dalle risate. Ci riescono i fratelli Coen con "Il Grande Lebowski", film passato inizialmente in sordina, per poi acquisire lo status di film di culto. Le scene memorabili non si contano: la "marmotta" nella vasca da bagno, l'azione di "commando" del personaggio di Walter (uno straordinario John Goodman) e l'interrogatorio del ladruncolo, la figura del rivale "Jesus" ad opera di un geniale Turturro, le sequenze oniriche, il congedo dello sfortunato amico sulla scogliera, l'incontro con "la voce narrante" che nel prologo definisce il protagonista come "il più pigro della contea di Los Angeles"... Mai scelta del cast si è rivelata più funzionale; Jeff Bridges, veste i panni di questo antieroe per antonomasia: anticonformista, anticonvenzionale ma -se mi passate l'acronimo- "nonanticoncezionale", attorno al quale gravita tutto un mondo di personaggi indimenticabili, tratteggiati con gusto naif e fine umorismo. Segnalerei anche a questo riguardo le presenze significative di Julian Moore (algida ma sotto sotto sensualissima) e di Ben Gazzara (nei panni dello spregiudicato magnate del sesso in homevideo) ma anche del caratterista Phlip Seymour Hoffman. Comparto tecnico sempre di massimo rispetto, uso delle musiche intelligente e sceneggiatura formidabile. A un anno dal capolavoro di humor nero "Fargo", i Coen firmano una commedia degli equivoci originalissima e difficilmente eguagliabile. Assolutamente irresistibile. [FB]

 

[BIG LEBOWSKI] di J. COEN, CON J. BRIDGES E J. GOODMAN, COMMEDIA, USA, 1997, 117', 1.85:1, VOTO: 9