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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"si fanno prendere dall'ultraviolenza come in uno scellerato gioco"

 

 

A Milano, una giovane preannuncia alla questura una rapina a un benzinaio per mano del ragazzo e due amici, con pistole giocattolo. Giura che non sono criminali e non vuole che si perdano per quella che definisce poco più che una ragazzata. Ma le cose non stanno esattamente come dice e allo scattare della trappola tesa dal commissario è una carneficina. Non è che l'inizio, e i tre mariuoli si uniscono ad un'altra banda giovanile... Da un soggetto di Ferdinando di Leo, "Liberi Armati Pericolosi" offre un terzetto di giovani attori, un Tomas Millian compassato e baffone e una sfolgorante Eleonora Giorgi nel fior fiore degli anni. Il peggior difetto dei cosiddetti "poliziotteschi" -genere tutto italiano figlio dei turbolenti anni '70- è sempre stato quello di tratteggiare una realtà moralista e finto-borghese francamente molto distante dalla realtà. Mi si dica come possa dirsi parte della realtà un commissario che fa la paternale ai genitori dei delinquenti in guanti di velluto. I novelli drughi, addirittura da un certo punto riuniti in branco in una specie di comune dove le parole d'ordine sono naturalmente: sesso (libero e di gruppo) droga (polvere bianca) e rock&roll, hanno la faccia da bravi ragazzi ma si fanno prendere dall'ultraviolenza come in uno scellerato gioco retaggio di una maturità carente: c'è "il timido" legato da sudditanza psicologica verso "il più forte" e poi "l'idiota" che non fa altro che ridacchiare. Certo  CANI ARRABBIATI  di Bava era un'altra cosa, ma "Liberi Armati Pericolosi" precorre se si pensa la gang di rapinatori di "Point Break" della Bigelow dove il fine dell'attività criminale era più intesa come una ricerca di adrenalina. Irriconoscibile Diego Abatantuono giovane, non ancora troppo corpulento, sbarbato. Il road-movie che segue è abbastanza prevedibile, il ritmo c'è e non ci si annoia, ma ci vorrebbe anche una storia e una dichiarazione d'intenti che andasse oltre l'affermare quanto insensata sia la violenza. [FB]

 

di R. GUERRIERI, CON T. MILLIAN, E. GIORGI, S. PATRIZI, B. LEV, M. DELYS,  POLIZ, ITALIA, 1976, 93', 1.85:1