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Arrival |
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"Unbreakable a Tor Bella Monaca" |
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Mariuolo di mezza tacca fa il bagno in mezzo a fusti radioattivi e acquisisce poteri speciali che la psicolabile vicina di casa riconduce al suo eroe tv, così come un aspirante boss della droga è il suo nemico naturale... Tutti ne hanno parlato, e davvero non ci si poteva esimere dal visionare attentamente questo "Lo Chiamavano Jeeg Robot" di Gabriele Mainetti (figlio di Stefano, quello che curava le sigle pianistiche di "TG L'Una"). Tutto l'entusiasmo grondante dai media (dalla rete, ormai seguo solo più quella) era giustificato? Se pensiamo che i cugini iberici (per non parlare dei francesi) fanno con due soldi film come TORO direi proprio di no. Si veda a corroborare quanto detto, la scazzottata finale allo stadio che pare un Neo VS Smith "con du' lire". Certo, se pensiamo che è stato prodotto con l'aiuto dello Stato non vi è poi alcuna attenuante sulla sua evidente amatorialità naif. Alla luce del deserto dei tartari del panorama a Bananas acquisisce comunque e quantunque un suo "peso specifico". Come rilevato da qualche parte, è Fabio, "Lo Zingaro", criminale aspirante boss con la passione per il karaoke (e "Un'emozione da poco") e i viados (!) a rappresentare il vero motivo di interesse (anche se Marinelli a volte pare un po' troppo un Renato Zero sciroccato) di un filmetto innocuo, che pare non sapere bene mai che strada scegliere, rivelandosi -diciamolo- anche stucchevole e noiosetto. In ultima analisi, con la nascita del "supercriminale" e la presa di consapevolezza dell'eroe, si va verso lo Shymallan che "reinventava" il cinecomic, UNBREAKABLE a Tor Bella Monaca. Purtroppo il solito viziaggio di imbrogliare lo spettatore non lo evita neanche questo film, e invece di un roboante action ci si trova dinnanzi ad un dramma di periferia con l'azione concentrata in... zona Cesarini. JEEG c'entra come i cavoli a merenda, ed è solo una bella trovata pubblicitaria acchiappa-quarantenni. [FB] |
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di G. MAINETTI, con C. SANTAMARIA, L. MARINELLI, I. PASTORELLI, FANT/AZIONE, ITA, 2016, 113', 2.35:1 |