F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 6 0        1 9 6 1        1 9 6 2        1 9 6 3        1 9 6 4       1 9 6 5        1 9 6 6        1 9 6 7        1 9 6 8        1 9 6 9        >

 

●● ½                 TV

L'AUTOSTOPPISTA
LA FEBBRE
L'ULTIMO VOLO
IL TESTAMENTO PURPUREO
TRE UOMINI NELLO SPAZIO
LA CLAUSOLA
LA SOLITUDINE
TEMPO DI LEGGERE
UN SOGNO LUNGO UN ATTIMO
LA NOTTE DEL GIUDIZIO
QUANDO IL CIELO FU APERTO
CHI TROPPO VUOLE
MORIRE IN QUATTRO
IL TERZO SOLE
UNA FRECCIA VERSO IL SOLE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"episodio sceneggiato da Matheson penalizzato da una regia fiacca"

 

 

Di ritorno da un viaggio sui cieli francesi, nel 1917, un aviatore inglese si infila in una strana nuvola e in seguito atterra in una base americana. Il fatto è che si ritrova nel '59. Un viaggio nel tempo? Forse no, dal momento che alla base gli fanno il nome di un ufficiale in arrivo che gli risulta sia morto nel suo tempo... L'episodio numero diciotto della serie classica de  AI CONFINI DELLA REALTA'  "L Ultimo Volo" si ricollega forse involontariamente alle sparizioni de  IL TRIANGOLO DELLE BERMUDE  di René Cardona Jr. o almeno ne anticipa alcune tematiche: "il vettore", i paradossi temporali (gli oggetti personali mai consegnati dopo la morte [EVIDENZIA LO SPOILER] perché infilati nel cassetto dell'ufficio della base americana). Il viaggiatore del tempo teme l'arrivo dell'ufficiale, perché rivelerebbe la sua codardia: infatti l'aveva abbandonato nei cieli 42 anni prima, accerchiato da quattro velivoli tedeschi. La realtà è ben diversa come spiegherà l'ufficiale, una volta giunto alla base. La storia dal quale è tratto è del grande Richard Matheson, lo stesso che aveva prodotto uno degli episodi migliori della serie, ovvero quel  QUANDO IL CIELO FU APERTO  Purtroppo qui, si temporeggia con i dialoghi, spesso ripetitivi, vanificando il bell'assunto per buttarla sulla solita "seconda occasione" fornita non si sa bene da chi (o meglio, si teme di immaginarlo). Comunque l'episodio si fa seguire ugualmente, con il solo rammarico di non aver saputo curare meglio l'adattamento dei dialoghi e il ritmo della narrazione. La voce di Rod Serling, ideatore, precisa che "ci si può perdere non solo in termini geografici, ma anche nel tempo". A proposito di voci, riconosciamo quella inconfondibile del doppiatore di James Stewart, e altre ben note dei capolavori hithcockiani del periodo. La regia (un po' fiacca) è di William Claxton e i volti impegnati sono quelli di Kenneth Haigh, Alexander Scourby e Simon Scott. [FB]

 

[THE TWILIGHT ZONE] DI W. CLAXTON, CON K. HAIGH, A. SCPIRBY, FANTASY, USA, 1960, 25', 1.33:1