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LAPUTA CASTLE IN THE SKY
GROSSO GUAIO A CHINATOWN
ALIENS SCONTRO FINALE
HIGHLANDER
SPERIAMO CHE SIA FEMMINA
THE HITCHER

IL NOME DELLA ROSA
LA MOSCA
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VELLUTO BLU
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IL COLORE DEI SOLDI
STAND BY ME
IL CAMORRISTA

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"folgoranti invenzioni visive per un film con l'unico difetto di apparire un po' patinato"

 

 

Un detective, ritiratosi per essersi fatto troppo coinvolgere dall'ultima indagine, viene convinto a rientrare in servizio per occuparsi di un serial killer che colpisce seguendo le fasi lunari infierendo sui corpi con frammenti di vetro. Il metodo del superpoliziotto è immedesimarsi nel maniaco cercando di pensare come farebbe lui... "Manhunter" è il primo film tratto da un romanzo ("Red Dragon") di Harris: il "caso" che ha tanto provato il protagonista si è concluso nientemeno che con l'arresto di Hannibal Lecter (il doppiaggio italiano lo chiama "LectOr"!) che in attesa di Anthony Hopkins ha qui il volto di Brian Cox, ma che già giocherà con lui come il gatto con il topo così come farà con l'agente dell'FBA. Subito Mann, ancora fresco dal successo televisivo della serie "Miami Vice" già ci delizia con inquadrature panoramicissime, sfruttando fino in fondo il formato 2.35:1... Il dettaglio degli "incisivi" superiori pronunciati che farebbero pensare quasi ad un vampiro, considerato poi che infierisce anche con morsi sui cadaveri delle donne, attraverso un percorso che nella sua pazzia crede di una definitiva "trasformazione". "Dente di Fata" (dal soprannome datogli dagli inquirenti) è il gigante chiamato Tom Noonan, il cui volto resterà poi per sempre fatalmente associato al suo personaggio. Si sceglie la strada di non mostrarlo per più di metà film, ma la sua presenza aleggia ugualmente. Dopo una prima parte molto cerebrale (anche troppo) è nella seconda parte che "Manhunter" prende il volo, in particolare dall'eccezionale sequenza nel garage e con l'introduzione del personaggio della cieca e i fantastici duetti con Nooman che seguiranno (attuandone un'umanizzazione pionieristica). Folgoranti invenzioni visive (la tigre anestetizzata, gli specchi poggiati sulle palpebre) almeno quanto l'uso del must della progressive "In A Gadda Da Vida" degli Iron Butterfly, per un film con l'unico difetto di apparire un po' patinato. [FB]

 

[ID] di M. MANN, CON W. PETERSEN, B. COX, K. GREIST, T. NOONAN, THRILLER, USA, 1986, 118', 2.35:1