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MARTYRS |
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"il punto di non ritorno dell'horror moderno" |
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DOSSIER MARTYRS [ATTENTI AGLI SPOILER] "Martyrs" è il punto di non ritorno dell'horror moderno. A chi potrebbe sembrare irreale la vicenda della "setta" alla ricerca dell'illuminazione attraverso quella che qualcuno ha avuto l'ardire di definire "la fabbrica di martiri", vorrei ricordare la vicenda del padre-mostro Joseph Fritzl che in Austria tenne segregata per 24 anni la figlia Elizabeth in un angusto seminterrato (all'insaputa dei famigliari) in cattività, con i figli avuti da rapporti incestuosi. Quale, la vicenda più realistica? L'orrore non ha confini. Se con "A l'Interieur" eravamo stati presi per la gola (in senso buono) con "Martyrs" mi è arrivato -diretto- un gancio secco al basso ventre: talmente forte, da farmi metaforicamente vomitare fuori tutta la porcheria made-in-Usa ingurgitata a regime di alimentazione forzata da 20 anni a questa a parte. Un dolore, finalmente filmato con autentica compassione e NON con intento voyeristico o -peggio- annacquato con malsana e dissacrante ironia. Vorrei parlare della sceneggiatura che si articola in tre capitoli più un prologo, più un epilogo: una rivoluzione per il cinema di genere, tanto che le supposte "pretese" del regista trovano giustificazioni in un'opera che diventa a tutti gli effetti "un horror d'autore" (come poteva esserlo "L'Esorcista"). In "Martyrs" non vi sono certezze, perché è il soggetto stesso ad essere mutevole. Intanto, la storia apre con una protagonista, poi diventano due; mentre una si chiama fuori causa al termine del I° capitolo, il II° ne acquista una terza, per tornare in breve ad un'unità: tragica "Trinità del Dolore" attraverso la quale viene esplorato l'intero "iter del martirio", retaggio della tradizione cristiana, ancora attuale in quella islamica. Ancora, abbiamo più di un ribaltamento prospettico: il primo -e più evidente- investe una vittima che si fa carnefice, per tornare infine vittima (di sé stessa) e... >CONTINUA 2/2 |
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[ID] di P. LAUGIER, CON M. ALAOUI E M. JAMPANOI, HORROR, FRANCIA, 2008, 95', 1.66:1, VOTO: 10 |