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May è cresciuta sin da piccola complessata e in solitudine. Le naturali pulsioni della pubertà innescheranno una serie di situazioni che manderanno in pezzi il suo equilibrio già precario... E' difficile non spoilerare (ma ci proverò) scrivendo della bella e complessa opera prima, firmata da Lucky McKee. La storia dopo un breve prologo, muove i suoi passi dalle parti della "Carrie" de-palmiana ma riesce a smarcarsi presto dell'ingombrante paragone, prendendo una via originale, tutta sua. La psicologia fragile e sfaccettata della protagonista è perfettamente restituita dalla bravissima Angela Bettis che regala al suo personaggio una credibilità di assoluto riguardo. Nella stanza e nella vita di "May", incombe un'inquietante bambola sottovetro regalatale da piccola dalla madre: è l'amica di sempre ma anche un riflesso del tragico destino che incombe. Il tono scelto dal regista è quello di una dignitosissima commedia teen che si colora via via di tinte sempre più fosche, rappresentando in breve un curioso "ibrido" che affascina e conquista l'attenzione dello spettatore che si prende inevitabilmente a cuore le sorti della protagonista, seguendola nelle stranezze e bizzarrie che pur accumulandosi per tutto lo svolgimento della vicenda, non sfociano mai nella caricatura, ma tutt'al più ne disegnano un'indimenticabile maschera tragica. "May", racchiude i tick che contraddistinguono questo McKee: l'andamento quasi "da musical", i siparietti lesbo-chic, le improvvisi virate nel gore estremo; tutti, veri e propri marchi di fabbrica del suo personalissimo stile. Collocata tra Burton e "Donnie Darko", questa interessante pellicola è principalmente metafora della solitudine e del sentirsi "altro" in un mondo di stramberie. Si segnalano eleganti intuizioni nel montaggio e una colonna sonora pop che bene aderisce alla storia. Sconsigliato agli impressionabili e a chi, la vista di bambole di porcellana, procura terrori atavici. [FB] |
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[ID] di L. MCKEE, CON A. BETTIS, A. FARIS E J. SISTO, HORROR, USA, 2002, 93', 1.85:1, VOTO: 8 |