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T R A I L E R

   
 

"follia di Pupi Avati, delirante nei dialoghi, fintamente sconclusionato, e con un suo fascino"

 

 

Una "pianta benedetta", che secondo la tradizione sacra è stata teatro di un evento storico che ha dato ad una contadina lo status di "martire", si è rivelata per un atleta il frutto della sua dannazione. Dopo anni, l'uomo, che ha ereditato titolo nobiliare e il  casale accanto al giardino dov'è la pianta, intende vendicarsi... Ugo Tognazzi e praticamente l'intero cast de  LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO  (a parte Capolicchio) in questo folle ma godibile lavoro a firma Pupi Avati. Il vezzo del regista romagnolo per le cose attinenti al mondo clericale, ma ancor più per il Vaticano stesso, si riverbera, sin dagli esordi, anche ne "La Mazurka del Barone, della Santa e del Fico Fiorone". Si direbbe che Pupi mescoli Fellini con i Monty Python ma come si vedrà in seguito per  TUTTI DEFUNTI TRANNE I MORTI  riuscendo a governare un circo apparentemente ingestibile. "La Gambina Maledetta" è il soprannome dell'ex atleta, roso dal livore, che ha ereditato il fico, ritratto come "un satanasso": la sua entrata in chiesa, a seppellire gli strali lanciati dal pulpito con una risata demoniaca. Memorabile l'entrata in scena di un Paolo Villaggio, magnaccia bigamo in parrucca bionda, con la tettuta troia di colore ("ricordati urangutanga che ti ho sposato perché hai una gran voce e soprattutto... sei una gran scorpiona!"). Ben prima di Ciprì e Maresco, abbiamo qui Gianni Cavino (roscìo!) che si struscia con lascivia con una statua sacra (!!!) che nell'intimità condessa di sodomizzare, e che il personaggio di Villaggio vuole corrompere, promettendogli le mutande della negra "da masticare", (ahaha) e la prima apparizione della "Santa", nelle grazie della Boccado, rivelano l'attitudine del regista al genere horror. Turpiloquio elevato a grammelot nei dialoghi deliranti, lo scimmiesco Lucio Dalla, il dancing "La Passera", le belle musiche di Amedeo Tommasi, in un film fintamente sconclusionato, talmente folle da avere un suo particolarissimo fascino perverso. [FB]

 

di P. AVATI, CON U. TOGNAZZI, D. BOCCARDO, G. CAVINA, P. VILLAGGIO, GROTTESCO, ITA, 1975, 125', 1.85:1