F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 0 0        2 0 0 1        2 0 0 2        2 0 0 3        2 0 0 4       2 0 0 5        2 0 0 6        2 0 0 7        2 0 0 8        2 0 0 9        >

 

●●●●





LA CASA DEI 1000 CORPI
OLD BOY
OPEN WATER

NON APRITE QUELLA PORTA
IL TEMPO DEI LUPI
IDENTITA'

ALEXANDRA'S PROJECT
SWIMMING POOL
WRONG TURN
ALTA TENSIONE

-

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"folgorante thriller d'esordio di un autore coreano cresciuto a pane e cinema italiano"

 

 

Un ispettore di polizia rinviene in campagna il cadavere di una donna scomparsa, strangolata. con una fascia sulla testa a coprirle gli occhi. E' solo l'ultima di una serie. La ricerca del responsabile non sarà facile. Il primo indiziato è un ragazzo ritardato, ma il detective venuto nel distretto da Seul, ha seri dubbi in merito... Bong John-Ho è il regista coreano che svolgerà poi lo sguardo al fantastico firmando opere come  THE HOST e  SNOWPIERCER  avendo iniziato a muovere i primi passi nel genere thriller. L'incipit di "Memories of Murder" pare Bertolucci: questo regista deve essere cresciuto a pane e cinema italiano (ovviamente, Argento, con la canzoncina che scatena l'impulso omicida) quando aveva ancora un peso specifico non indifferente nel panorama mondiale. L'indagine è subito avvincente, e il regista non esista a mostrarci i metodi coercitivi nei quali ricorre la polizia coreana (a bese di calci volanti, pur di riuscire a estorcere false confessioni) con un'occhio verso il contesto sociale (gli scontri alle manifestazioni, le esercitazioni della Difesa Civile). Quando si dice all'ispettore capo che le due vittime sulle quali indaga la procura, entrambe vestite di rosso, uccise in giorni piovosi, i cui cadaveri rinvenuti in un raggio di neanche un chilometro quadrato, si apprende come il detective di città sia lì avendo notizia di una terza donna, sino a quel punto solo scomparsa, ma rientrante appieno nella casistica. La regia di Bong John-Ho è tutto fuorchè pigra e ritaglia sequenze di gran classei, come quella dell'aggressione della quarta vittima o l'arresto del pervertito alla cava. Non manca l'ironia (la deduzione che per non l'aver trovato peli di pube condurrebbero ad un tempio di monaci buddisti, vista l'attitudine a rasarsi). Finalone catartico [EVIDENZIA LO SPOILER] sull'impotenza del Bene sul Male senza che il Bene diventi Male. Basato su una storia vera, mai distribuito nella colonia americana di Bananas. [FB]

 

[SALINUI CHUEOK] di BONG JOHN-HO, con S. HANG-HO, K. SANG-KYNG, THRIL, SUD COREA, 2003, 131', 1.85:1