F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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I SAW THE DEVIL
A SERBIAN FILM
BLACK SWAN
LA CASA MUDA
CHERRY TREE LANE
CON GLI OCCHI DELL'ASSASSINO
AMER
SHUTTER ISLAND
BURIED
THE TROLL HUNTER
VANISHING ON 7TH STREET
LA MEUTE
THE WARD
L'ULTIMO ESORCISMO
DEVIL

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"si gioca con il fantasma di John Carpenter"

 

 

Adocchiata da tre tipacci una ragazzaccia carica un autostoppista attraversando la  brulla e inospitale campagna invernale. Durante una sosta in un lercio agriturismo vengono raggiunti dai tre, messi in fuga dal pronto intervento della proprietaria. Lei vorrebbe ripartire, ma il compagno di viaggio non esce dal bagno... Non una "muta di cani", ma qualcosa di ben peggiore. "La Meute" del francese  Franck Richard inanella subito un bel po' di cliché (lei è presentata da subito fin troppo tosta, ci sono i tre trucidi, c'è il tipo taciturno, la megera, lo sceriffo alcolista) ma a poco a poco ingrana la quarta, battendo sempre -sì- i terreni del déjà-vu ma montando un climax tutt'altro che disprezzabile. Se la protagonista le prime parole che rivolge al tipo appena conosciuto sono: "arrivi dagli anni '80?" la pellicola si balocca per quasi l'intera durata di piccoli grandi tormentoni del cinema di quei tempi: si giocherà alle gigantesche consolle Atari da bar, ma ancor più si giocherà con il fantasma di John Carpenter. Con l'entrata in scena del lercissimo macchinario per purificare il sangue la sensazione malsana non ci abbandonerà più. Nell'attraversata notturna del "calesse" si respira poi (complice la musica e l'atmosfera) il tipico mood di una fiaba nera, un po' a  LA CASA DEI 1000 CORPI  e del resto anche qui [EVIDENZIA LO SPOILER] sarà proprio il cuore della terra -con i suoi segreti- ad esigere il suo buon tributo di sangue. Azzeccatissima anche la sequenza nel canneto (da brividi lungo la schiena) e simpatico il finto contro-finale che configura la seconda parte quasi come un autentico "trip" che potrebbe giustificare ogni sconsiderata azione dei protagonisti dalla consequenzialità non rispondente alla logica. Presentato in concorso (!) a Cannes, vede oltre all'energica Dequenne ("proprio un bel bocconcino...") Benjamin Biolay e Yolande Moreau: volto icona di Jean-Pierre Jeunet. Finale truce che lascia un sottile retrogusto. [FB]

 

[ID] di F. RICHARD, CON Y. MOREAU, E. DEQUENNE, B. BIOLAY, P. NAHON,  HORROR, FRA, 2010, 85', 1.85:1