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"usa la parabola del sacrificio cristiano per denunciare la bestialità della pena di morte" |
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In uno ospizio un vecchio rievoca eventi avvenuti nel 1935. Nel braccio della morte noto come l'ultimo miglio o il "miglio verde" le guardie hanno un loro codice morale che rispetta i detenuti in attesa dell'esecuzione. Tutti tranne uno, il nipote del governatore: una carogna. Complice l'arrivo di un nuovo detenuto, un gigantesco nero condannato ingiustamente e detentore di un particolarissimo "dono", avrà ciò che merita... Sulle tv private del Piemonte dell'alba del nuovo millennio imperversava il mercoledì sera un sedicente guaritore che vantava di saper farsi carico dei malanni della gente che telefonava. Che si trattasse di un cialtrone era fuor di dubbio. Frank Darabont pare invece non averne, tornando sui luoghi del bellissimo "Le Ali della Libertà" per approntare ancora un romanzo di Stephen King basato su un materiale tanto infiammabile che usa la parabola del sacrificio cristiano per denunciare la bestialità della pena di morte. Per non incorrere nel ridicolo involontario, parte allora con il sovvertimento dei luoghi comuni più granitici del cinema yankee che vuole le carceri dei luoghi infernali e le guardie dei demoni . L'umanità che tratteggia nelle sue "guardie buone" (Hanks in testa) fa apparire ancor più stridente il male assoluto che nella sua intenzione viene descritto come le due facce della stessa medaglia (guardia/ladro). Bene dialogato (a parte l'atroce "Lui ci ha infettato con la vita!" veramente all'altezza di un Benny Hinn) "Il Miglio Verde" rischia di sbandare nel misticismo specioso, nella fenomenologia cristologica da due soldi (il topo-lazzaro, l'espiazione del boia di essere condannato a vivere) nella figura dell'uomo che si fa carico dei peccati del mondo e viene mandato a morte pur nella consapevolezza della sua innocenza. Ma intrattiene anche a dovere nonostante il minutaggio-fiume e un finale magari efficace sulla carta ma che si rivela un po' fiacco sullo schermo. [FB] |
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[THE GREEN MILE] di F. DARABONT, CON T. HANKS, M. C. DUNCAN, D. MORSE, FANT, USA, 1999, 181', 1.85:1 |