F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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TONYA
SULLA MIA PELLE
EVA
BALLATA DI BUSTER SCRUGGS
DOG MAN
HOLD THE DARK
22 LUGLIO
ORE 18.17 ATTACCO AL TRENO
BEIRUT

IL PRIGIONIERO COREANO
TERMINAL

L'ANGELO
OPERATION FINALE
PRIVATE LIFE
SECONDA VOLTA DI ANDERS

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"lodato dai critici, in verità è un film che poteva dare molto più"

 

 

Appena giunto presso un faro in un isolotto sperduto, di aiuto ai due soli uomini addetti presenti, sarà foriero, suo malgrado, di disgrazie. L'inizio delle iatture è rappresentato dal ritrovamento di questi di una scialuppa di salvataggio incagliata sotto la scogliera, il navigante che vi era a bordo, e una cassa di legno... Avevo letto benissimo di questo film, soprattutto da parte della critica. A visione ultimata mi sento di dissentire, in parte. Hai per le mani il grande (in tutti i sensi) Oleg TH e me lo lasci muto trattandomelo come un qualunque corpulento gorilla? E poi hai uno degli attori più enormo di Scozia, quel Peter Mullan che abbiamo apprezzato ovunque prima, e gli lasci una parte marginale, lasciando invece maggiore spazio a Gerald Butler (300) che pure -va detto- non se la cava malaccio fuori dei panni dello spartano. La prima parte è molto, anche troppo lenta, ma ci sta a suo modo, per presentare le psicologie dei tre personaggi che occupano l'isolotto in mezzo all'Oceano, a guardia del grande faro, ma quando si dovrebbe imprimere il cambio di marcia, dopo un primo molto di tensione dovuta all'home-invasion (o fare-invasion) tutto si affloscia, lasciando poi i personaggi a comportamenti abbastanza inspiegabili (va bene, l'impazzimento, ma a tutto c'è un limite) per quanto francamente eccessivi. Peccato. Sì, perché l'ambientazione era molto affascinante, e da sola avrebbe anche fatto il film, tanto che per il sottoscritto il faro in mezzo al nulla della natura ha sempre rapprentato spunto di riflessione: la solitudine, la poesia, l'intimismo anche stordente che può condurre anche alla follia. I cento minuti scorrono come fossero tre ore e l'assenza totale di musiche, che pure sarebbe giustificate secondo il sistema adottato da Haneke, qui davvero non aiuta. Resta a mio modo di vedere un'occasione mancata. [FB]

 

[ID] DI K. NYHOLM, con P. MULLAN, G. BUTLER, C. SWINDELLS, DRAM/TRHILLER, UK, 2018, 101', 2.35:1