F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 7 0        1 9 7 1        1 9 7 2        1 9 7 3        1 9 7 4      1 9 7 5        1 9 7 6        1 9 7 7        1 9 7 8        1 9 7 9        >

 

●● ½

IL VIZIETTO
IL TRIANGOLO DELLE BERMUDE
ECCE BOMBO
IL PARADISO PUò ATTENDERE
FURY
HALLOWEEN
NOSFERATU

IL TOCCO DELLA MEDUSA
SOLAMENTE NERO
LA MALEDIZIONE DI DAMIEN
IL CACCIATORE
COMA PROFONDO
RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE
LA SETTIMA DONNA
NON VIOLENTATE JENNIFER

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"nelle intenzioni si prefigge di venare di giallo la commedia all'italiana"

 

 

Napoli. Un mandolinista zoppo suona una serenata su commissione e un uomo precipita giù da un balcone. L'intrigo si gonfia con una scia di delitti rivelando una fitta rete di ricatti e per il testimone si mette male... "Giallo Napoletano" è un film solo parzialmente riuscito che nelle intenzioni si prefigge di venare di giallo la commedia all'italiana (come si desume dai titoli di testa che mettono a confronto due gigantografie di Alfred Hitchcock e di Totò). Forse alla regia occorreva un altro e non Sergio Corbucci, sicuramente più avvezzo a scalcinati poliziotteschi con Tomas Millian che con il surplus di materiale che si ritrova qui tra le mani. Tuttavia alcuni elementi sopravvivono alla modesta riuscita come talune macabre trovate (il nano nel frigo) e soprattutto la Napoli sinistramente  illuminata come un presepe dal direttore della fotografia Luigi Kuveiller, lo stesso di  PROFONDO ROSSO  il quale allestisce luminarie che saranno ancora tanto inquietanti solamente più nel canto del cigno di Stanley Kubrick. Senza scomodare sua Maestà, il giallo-rosa di Corbucci funziona a corrente alterna e trova il pathos richiesto solo nel prologo e nella coda dove, oltre all'altro ingrediente argentiano presente nel film costituito dalla stanza segreta e "rivelatrice", un Marcello Mastroianni ad un passo dalla macchietta ma ancora convincente, sciorina la vera spiegazione dell'intrigo. L'attore è affiancato da Peppino de Filippo qui all'ultima apparizione sul grande schermo e da un Renato Pozzetto frutto dell'evoluzione del personaggio del Riccardo Finzi inventato da Luciano Secchi (annota  tutto sul taccuino). Ornella Muti è perfetta, purché resti... muta. Chiude il trio straniero formato da Capucine, Zeudi Araya e Michel Piccoli come "Maestro Navarro" (la cui silhouette sul podio mi ricorda il direttore Viktor de Sabata). Riz Ortolani confeziona la "musica che ha in sé un gran segreto di morte", leitmotiv della pellicola. [FB]

 

di S. CORBUCCI, CON M. MASTROIANNI, M. PICCOLI E O. MUTI, GIALLO, ITA, 1978, 115', 1.85:1