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A L'INTERIEUR |
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In un comune di una piccola cittadina dello Stato dello Iowa, una donna che "sentiva le voci", viene dimessa da una clinica psichiatrica. Per la sua riabilitazione, le viene offerta l'opportunità di aprire un ristorante... E' un peccato che la filmografia "di genere" di Pupi Avati, conti solamente tre titoli, oltre a quest'ultimo. L'assunto è quanto di più abusato si possa immaginare: la casa spettrale dove è stato commesso un fatto di sangue, che pare ancora riservare spiacevoli sorprese agli ignari inquilini. In questo caso, si tratta di UNA inquilina, interpretata da una misurata Laura Morante: ancora seducente donna di mezza età che cerca come può di riprendersi da un trauma che l'ha costretta a una casa di cura per molti anni. Niente di più stereotipato e già visto si potrebbe concludere e invece il regista sviluppa attorno al plot un'ingegnosa sceneggiatura che smonta uno ad uno questi luoghi comuni, giungendo ad un capovolgimento inaspettato. Non mancano gli horror vacui e le suggestioni macabre tanto care al cineasta romagnolo: dopo le lumache "coltivate" in frigorifero da Francesca Marciano, questa volta abbiamo [EVIDENZIA LO SPOILER] i topi allo spiedo Avati, ambienta e gira per la prima volta ("Macabro", pur su sua sceneggiatura, era di Lamberto Bava) un thriller in America, ma fortunatamente circoscrive l'azione all'ambiente chiuso (l'inquietante costruzione vittoriana) e a pochi spazi aperti (il cimitero, la biblioteca). Anche questa volta aleggia il clima di sospetti che coinvolge tutti, lasciando di fatto sola l'eroina a risolvere la doppia risoluzione dell'enigma (quello relativo alla mattanza degli anni '50 e quello legato agli inquietanti misteri della costruzione). Un plauso al doppiaggio, finalmente di alto profilo. Un film, che non deluderà appassionati e fan di vecchia data dell'autore di uno dei due/tre più spaventevoli horror italiani di sempre. [FB] |
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di P. AVATI, con L. MORANTE E B. YOUNG, HORROR, USA, 2007, 100', 2.35:1, VOTO: 8 |