F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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IL VIZIETTO
IL TRIANGOLO DELLE BERMUDE
ECCE BOMBO
IL PARADISO PUò ATTENDERE
FURY
HALLOWEEN
NOSFERATU

IL TOCCO DELLA MEDUSA
SOLAMENTE NERO
LA MALEDIZIONE DI DAMIEN
IL CACCIATORE
COMA PROFONDO
RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE
LA SETTIMA DONNA
NON VIOLENTATE JENNIFER

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

In estate, una ragazza newyorkese affitta uno chalet lungo un lago per scrivere in santa pace un romanzo autobiografico che troverà pubblicazione a puntate su una rivista femminile. Tre perdigiorno e un ritardato l'adocchiano e una volta teso l'agguato approfittano di lei, violentandola a turno. La vendetta sarà spietata! Titolo fondamentale del cosiddetto filone "exploitation", "Non violentate Jennifer" (in originale, un coloritissimo "Sputerò sulla vostra tomba"!) è un film molto meno rozzo di ciò che si potrebbe presumere. La "vacanza dalla città, lontana dagli affanni quotidiani" si rivela per la protagonista un autentico calvario dove, privata del rispetto che si deve alle persone diventa nulla più che una preda animale cacciata senza pietà. La sequenza reiterata di stupro alternata a sprazzi d'illusoria speranza (con la poveretta che vaga nuda nei boschi) è ancora oggi disturbante nonostante per la pellicola siano passati inesorabilmente gli anni. Alla schockante la scena dello stupro ad opera dell'incapace (con la ragazza ormai ridotta a larva) e la seguente sottomissione con la bottiglia dove la poveretta è costretta a forza a una fellatio è ancora oggi un discreto pugno nello stomaco. La "rinascita" della poveretta, evidenziata nella ricomposizione delle pagine del romanzo strappate dalle belve come a voler indicare una volontà di riprendere il pieno controllo su sé stessa, e certe apparenti debolezze nella trama vengono ovviate facendo leva sulla logica dello spettatore che riconosce alla storia (si tratta pur sempre di un film) un'indubbia coerenza. Ingegnosi i metodi con cui la donna risorta come mantide assassina elimina uno ad uno gli aguzzini, ma su tutto: l'evirazione nella vasca da bagno è il momento -non scherzo- più alto del film. L'assenza di alcun commento musicale si rivela al fine una scelta azzeccata che bene si sposa con il carattere dell'opera. Brava la Keaton, meno i quattro bifolchi. [FB]

 

[I SPIT ON YOUR GRAVE] di M. ZARCHI, CON C. KEATON, draMMATICO, USA, 1978, 93', 1.85:1, VOTO: 7