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T R A I L E R

   
 

"una pellicola che grida provincialismo dal primo fotogramma all'ultimo"

 

 

Colpito da un inaspettato lutto famigliare, il direttore di un cantiere sfrutta a suo vantaggio la conoscenza di un segreto per ottenere in subappalto la palazzina dall'impresario suo principale. La sfiga non lo dimentica... Daniele Lucchetti punta tutto sulla spontaneità degli attori per tentare di ritrovare il bandolo di quel neorealismo che aveva fatto grande i Rossellini e i De Sica ma riserva al protagonista un ruolo un po' cinico alla Tognazzi ne "I Mostri". Al di la degli intenti sulla carta lodevoli, la pellicola grida provincialismo dal primo fotogramma all'ultimo e si stenta a credere sul premio come miglior attore agguantato a Cannes ex-aequo nientemeno che con Javier Bardém (rammento comunque un Elio Germano comprensibilmente imbarazzato a ritirarlo). Poi quando Lucchetti, ricordiamolo: amico di Moretti, prova a emularlo (l'incessante canzone di Vasco Rossi cantata con rabbia da Germano e gli amici suoi) il suo cinemino si fa insopportabile. "La Nostra Vita" conferma il cliché che da vent'anni a questa parte vede i film italiani dividersi tra quelli che trattano di erotomani (de Sica figlio) e quelli che prevedono per i protagonisti sfighe di verghiana portata. Sarà anche il ritratto attuale che compete alla nostra trista repubblica bananiera ma il cinema dovrebbe ancora rappresentare evasione, estraniazione dal quotidiano: d'accordo sulla denuncia (malaffare, sfruttamento di manodopera) ma lo spettatore non può farsi carico dei malanni altrui. Farà poi capolino l'irritazione (la dolorosa confessione che si sfocia -guarda un po'- in una scopata) forzature (l'orfano assunto in cantiere e addirittura preso con sé in casa) e faciloneria. I lavoratori che attendono la paga ricordano pericolosamente il Pozzetto di "Ricchi, ricchissimi, praticamente in mutande"... ormai s'è fatto notte, se non paghi sono botte! (sic) Si salva Bova (non scherzo) inedito scapolone. La Montorsi (ex signora Lucchetti) sempre sorridente. [FB]

 

di D. LUCCHETTI, CON E. GERMANO, I. RAGONESE E L. ZINGARETTI, DRAMMATICO, ITALIA, 2010, 97', 2.35:1