|
|
●●●
COMIC THRILLER DRAMA |
|||||||
|
|||||||||
Un medico legale giunge in un paesetto dove è si è appena suicidata una donna. La superstizione e l'omertà hanno contagiato tutti e sono correlazionate ad una maledizione che gravita attorno a Villa Graps e ad una bimba che induce al suicidio chiunque la veda. L'autopsia rivela una moneta d'argento in mezzo al cuore... "Solo una moneta nel cuore può dare la pace a coloro che hanno finito l'esistenza con una morte violenta". Mario Bava affronta il tema della casa stregata, ma è un depistaggio, uno spunto per dibattere nuovamente il caro tema dell'anatema scagliato dalla strega di turno (dopo LA MASCHERA DEL DEMONIO e l'episodio conclusivo de I TRE VOLTI DELLA PAURA ) del "cerchio di sangue" che deve essere spezzato per mettere fine alla catena di omicidi-suicidi. Il difetto del film è l'impiegare molto (troppo) tempo per dire molto poco, complice una sceneggiatura dal fiato corto: i tempi sono perciò esageratamente dilatati, i dialoghi tendono col ripetersi e la regia si perde in inutili carrellate, insistendo sugli arredi. Dove invece il film è piuttosto convincente, è sul piano prettamente figurativo, in certe inquadrature (una scala a chiocciola dalle prospettive impossibili, che viene ripresa dall'alto, dal basso, e ancora più e più volte) o in un paio di sequenze che sconfinano nell'onirico come il celebre "inseguimento del doppio" o in quella dove vediamo il protagonista (Giacomo Rossi Stuart, padre di Kim) intrappolato in un'enorme ragnatela (tutte visioni indotte dall'influsso malefico della casa e dei suoi abitatori). Rustichelli crea quel fantastico main theme col carillon ossessivo cadenzato da un profondo basso precursore dei Goblin, unito alla sinistra polifonia di voci, sospiri e urla. Personalmente, più che nel ricalcare topoi propri del cinema gotico fuori tempo massimo, ritengo Bava molto più capace (e innovativo) alle prese con i meccanismi thrilling, dei quali è stato indubbio interprete. [FB] |
|||||||||
DI M. BAVA, CON G. ROSSI STUART, E. BLANC E P. LULLI, HORROR, ITALIA, 1966, 85', 1.85:1 |