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"il miglior Salvatores è una storia di amicizia, calata in una stagione (anagrafica) irripetibile" |
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Un bambino, casualmente, fa una scoperta agghiacciante: un suo coetaneo infilato in una buca sottoterra... Dal folgorante romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti, Gabriele Salvatores ha saputo trarre il suo film migliore. "Io non ho Paura" è stata una boccata d'aria fresca nel desolante panorama cinematografico della nostra italietta in quel degli anni 2000. Da allora nulla è cambiato, e i bei film si contano sulle dita di una mano da quindici anni a questa parte. Con un materiale buono, quasi ottimo, il regista è stimolato al punto giusto per proporre ciò che di meglio è nelle sue corde, dirigendo con mano sicura una storia che si muove dal dramma, accarezzando l'horror (ma qui, Salvatores poteva fare meglio) per spostarsi inaspettatamente (per chi non conosceva nulla del libro e del film) nei territori del [EVIDENZIA LO SPOILER] poliziesco: si tratta della piaga dei rapimenti di bambini. Chi è stato bambino nei primi anni '80 bene conosceva il fenomeno, e troverà non pochi elementi famigliari a ricordargli l'infanzia vissuta nel periodo: il divertirsi (meglio: il passare il tempo) con "il niente", l'estate sensuale, le distese di grano, il cicalare dei grilli, i silenzi assordanti interrotti dalle mietitrebbie sotto i cieli blu dipinti di blu. Sembra che oggi tutto questo si sia perso, ma forse era il solo vedere queste cose con gli occhi di bambino a rendertele memorabili e irripetibili. E il fantasticare proprio dei bambini: il protagonista si da una sua "spiegazione" di quanto gli è capitato, analogamente alla sua "controparte". La storia è una storia di amicizia, istintiva, propria di chi non ha il cuore corrotto dalle brutture della vita adulta. E fa bene Salvatores a dipingere appunto "i grandi" con caratteri grotteschi (molto si parlò all'uscita del film nelle sale a proposito di Abbantatuono grasso e brutto, in versione "orchesca"). Discretamente diretti i bambini, del resto Salvatores non è Commencini. [FB] |
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di G. SALVATORES, con D. ABBRESCIA, D. ABATANTUONO, DRAMMATICO, ITALIA, 2003, 105', 2.35:1 |