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Le premesse non sono delle migliori: i personaggi parlano tra loro come se si conoscessero da una vita; peccato siano solo passeggeri di un autobus in panne! Due accettano un passaggio da un camionista e familiarizzano subito. E così questi, a suo modo. Altrove, un autostoppista psicopatico si crede Rutger Hauer. L'episodio dei "Masters of the Horror" in questione dimostra come sprecare malamente una discreta ideuzza. Una tizia fugge a gambe levata dalla mattanza esclamando "sapevo che mi sarebbe successo!". Come no, chi non lo direbbe ad alta voce? Altri (la darkettona che diventerà oggetto di contesa) come lei, hanno l'irritante propensione per il soliloquio (parlano da soli, sempre!). L'idea che due serial killer si mettano, dopo un incontro fortuito, in competizione, sarebbe "simpatica" ma: sceneggiatura, dialoghi, doppiaggio (!) remano clamorosamente e fin da subito nella direzione opposta. Peccato, perché la sequenza delle sevizie alla tipa legata al letto nel motel (seguita da una notevole ripresa aerea) denota una classe non comune. Ma è questione di poco e si ritorna a bomba dalle parti di un qualunque "Venerdì 13" o -peggio- di un qualche "Scream". Segnalerei appena ancora le location che vedono fitti boschi a delimitare grandi stradoni asfaltati che paiono girare in tondo riportando sempre al punto di partenza. Il cowboy con gli stivali di pitone che incarna l'assassino seriale "categoria esibizionisti", deve discendere dallo stesso ceppo dell'Harrelson di "Natural Born Killers" o forse -chissà- è stato scelto proprio per questo. Se si usa dire che Larry Cohen (con l'acca) ha firmato con "Baby Killer" il suo capolavoro, non ci si può certo riempire di grandi aspettative. Ma il finale (idiotissimo) che poteva andar bene per un vecchio "creepy" (i fumetti con Zio Tibia, per intenderci) in questo contesto non fa che cementare un giudizio negativo, inappellabile e lapidario. [FB] |
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[PICK ME UP] di L. COHEN, con M. MORIARTY E F. BALK, HORROR, USA, 2005, 60', 1.85:1, VOTO: 4 |