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T R A I L E R

   
 

"torna alle origini, ma difetta di credibilità e le manca un eroe carismatico"

 

 

Dalla Sicilia giunge notizia alla giudice Conti che un pentito vuole tradire l'imprendibile boss don Aragonese. A farlo tacere ci pensa il capo del racket Marciano che però scatena la vendetta della  figlia e della sua gang. Mentre un tale Bronta vuole ostacolare Corinto dell'associazione Extrema Thrule che cerca di trasferire all'estero il tesoro della Mafia la giudice col fido Breda trova nella Camastra il trait d'union mancante... "L'Indagine sulla Morte del Commissario Cattani" fornisce il pretesto per spostare la fiction nuovamente in Sicilia. Abbandonato il profilo internazionale, la vicenda torna a farsi "provinciale" nella sua accezione più negativa (con il preambolo russo non va meglio, dove in stazione,  dall'altoparlante, risuona incessante "Kalinka"). Perciò: il pentito fa "Granchio" di cognome, le donne sicule stanno sempre all'oscuro, i cittadini sono omertosi. La prima puntata non è però malaccio, con la presentazione di nuovi personaggi ("Radio Tam Tam" di cui lo speaker Rannisi, figliastro della Camastra, vorrebbe emulare Peppino Impastato) e la vendetta incrociata all'origine della vicenda ha un certo senso. Se la seconda vede le sottotrame stringersi tra loro con il boss morente e i "cani sciolti" impazziti, dalla terza in poi si inizia a sbracare: la banda di "teddy boys" che fa sgommate in spiaggia e ascolta i Litfiba tenendo in mano la città, la troupe televisiva che comunica la vedovanza alla moglie inconsapevole del gioielliere ("La Morte in Diretta") un hacker che studia sui manuali, ancora un altro superpentito "suicidato" in carcere, la giudice che ha contro tutti eccetto Bova (monocorde) il supercattivo che ordina perfino le bombe in chiesa al funerale. Perelli mostra di aver perso la bussola (scene d'azione semplicemente ridicole) e se il soggetto è ancora di Rulli e Petraglia, non è la sceneggiatura che difetta clamorosamente di credibilità. E le manca un eroe carismatico come ci ricorderà Girone nel finale. [FB]

 

di L. PERELLI, CON R. BOVA, P. MILLARDET, F. BOLKAN, POLIZIESCO, ITA, 1995, 6 EP DI 1H 40' CAD, 1.33:1