F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 1 0        2 0 1 1        2 0 1 2        2 0 1 3        2 0 1 4       2 0 1 5        2 0 1 6        2 0 1 7        2 0 1 8        2 0 1 9        >

 

VIZIO DI FORMA
BIG EYES
MAPS TO THE STARS
BACK COUNTRY
COLD IN JULY
MAGIC IN THE MOONLIGHT
JERSEY BOYS
STORIE PAZZESCHE
LA ISLA MINIMA
FOX CATCHER

GRACE DI MONACO
LA TEORIA DEL TUTTO
THE ROVER
UNBROKEN
EXODUS DEI E RE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Pompei made in USA"

 

 

Gli sterminato la famigli, gli bruciano il villaggio, lo vendono bambino come schiavo e diventa gladiatore. No, non diventa un ladro con un arcere, un amazzone e un mago poiché esplode prima il vulcano lì vicino... Kiefer Sutheland emula Thulsa Doom nel prologo a "Pompei": ovvero uccide i genitori davanti agli occhi del figlio, che viene poi venduto come schiavo, finendo a combattere nelle arene. Il meno dotato degli Anderson in circolazione (è il regista di "Resident Evil", chiaro?) per un film che è un polpettone pseudo storico e come accade sempre quando si scrive qualcosa su un contesto storico reale e si è totalmente made in USA, il risultato è men che mediocre. Musiche pompose, ritprese sfotonate dei combattimenti e bellezze assortite, meglio se discinte. Ah, dimenticavo i muscoli ben oliati, di serie. Quel che lascia disarmati in questi casi è sempre la mancanza di sporcizia: persino gli schiavi sembrano appena usciti da una corroborante doccia, con muscoli lucidi e capelli sempre a posto. Tra espressioni come "per le tette di Giunone!" (SIC) e un protagonista che "parla ai cavalli" manco fosse San Francesco. Ma del sopra evocato  CONAN  di Milius il film non ha un solo minuto dell'epica e del senso di inevitabilità del proprio ruolo. Per il resto: il protagonista solidarizza e lega con i gladiatori (novello Spartaco) e dimostra un cuore tanto puro dall'odorare (appunto) di santità. Poteva poi mancare la storia d'amore (nata tra l'altro su assunti risibili) contrastata e "impossibile" causa i dettami di casta e la gelosia di un uomo potente? Spiace rivederci la brava Carrie Anne Moss, dopo tanti anni, in questa boiata. Sutherland pare più un cattivo di Kenshiro che un console romano e il momento potenzialmente 'topico' dell'eruzione è solo un festival degli effetti speciali digitali, manco troppo convincenti. Derivativo de  IL GLADIATORE  Poteva essere altrimenti?  [FB]

 

[ID] di P. W.S. ANDERSON, con L. HARINGTON, K. SUTHERLAND, E. BROWNING, STOR, USA, 2014, 101', 2.35:1