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A PIEDI NUDI NEL PARCO
INDOVINA CHI VIENE A CENA
BARBARELLA
IL LIBRO DELLA GIUNGLA
TRE PASSI NEL DELIRIO
PER FAVORE NON MORDERMI...

GLI OCCHI DELLA NOTTE
BELLA DI GIORNO
IL LAUREATO

SI VIVE SOLO DUE VOLTE
NICK MANO FREDDA
RIFLESSI IN UN OCCHIO D'ORO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"un riuscito horror psicologico che trae forza dalle notevolissime atmosfere decadenti"

 

 

Una ragazza giunge da New York con il compagno in un isolotto nei dintorni di Dunwich, nei luoghi della sua infanzia dove vecchi traumi sepolti riaffioreranno inevitabilmente. L'accoglienza non è delle migliori e li vedrà prima molestati da alcuni giovinastri, poi scontrarsi prima con la diffidenza e quindi aperta ostilità dei nativi. E per di più nella vecchia fattoria abbandonata pare dimori ancora l'essere che la terrorizzava da bambina... Tratto dall'omonimo racconto di Lovecraft, "La Porta Sbarrata" che a mio avviso si configura come la miglior trasposizione da un racconto dello scrittore di Providence, mette in scena il formidabile assunto che vede tornare sui luoghi d'infanzia la protagonista per esorcizzare le paure recondite, trovandosi invece faccia a faccia con il peggiore dei propri incubi, ancora lì ad aspettarla: l'incubo che si fa realtà! Questo lavoro si traduce in un riuscito horror psicologico che trae forza dalle notevolissime atmosfere decadenti e che deve alla formidabile composizione degli ambienti la sua riuscita (la famigerata "porta sbarrata" dallo spioncino uncinato, l'architettura della "camera sospesa" nell'edificio rurale, il faro sulla scogliera, ecc...) ripresi tutti con grande senso estetico non disdegnando grandangoli e lenti deformanti. Meno efficace la digressione alla "Cane di Paglia" (che tuttavia sarebbe venuto solo quattro anni addietro!) che smorza un poco la tensione che nei momenti topici raggiunge comunque vette ragguardevoli, allontanando l'attenzione dal luogo maledetto dove sta per consumarsi l'inevitabile. Il colpo di scena finale giungerà tutt'altro che scontato e aggiungerà un sapore acerbo accompagnato da un retrogusto malsano e angosciante. Credibile il cast che sfoggia volti perfetti, a iniziare dalla fulgida e bellissima Carol Lynley, un maramaldo Oliver Reed e un Gil Young judoka. Commento affidato ad assoli free-jazz di sax e contrabbasso in un azzeccato mix dalle sonorità acide. [FB]

 

[THE SHUTTERED ROOM] DI D. GREENE, CON C. LYNLEY, O. REED, G. YOUNG, HORROR, UK, 1966, 100', 1.33:1