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T R A I L E R

   
 

"il vero ispiratore dello sciagurato filone nazi-porno è il sopravvalutatissimo film della Cavani"

 

 

Vienna 1957. Portiere d'albergo riconosce, riconosciuto, una donna, giovanissima "ospite" del Terzo Reich, dove il primo figurava come aguzzino dei deportati spacciandosi per medico. L'incontro.... anche carnale, sarà inevitabile in una recrudescenza d'un rapporto sadomosochistico che andrà verso una metastasi letale... Titolo celebre, forse celeberrimo, di Liliani Cavani, "Il Portiere di Notte" è in verità un discreto mattone. Suo malgrado, iniziatore (per primo) con  SALò E LE 120 GIORNATE DI SODOMA  di Pasolini dello "sciagurato" filone nazi-porno, ha fatto scuola per i titoli in addivenire: scenografie dei lager e delle prigioni spoglie, sporche, squallide. Charlotte Rampling, perfetta a impersonare un'ebrea che nel campo di prigionia pare un cerbiatto nelle mani di un lupo cattivo-Dick Bogarde, di ritorno dal capolavoro dell'estetismo viscontiano, con Gabriele Ferzetti e Philippe Leroi: ex SS che cercano attraverso la terapia di gruppo di liberarsi dello scomodo e fastidioso "complesso di colpa". Il ballerino nazista che balla "La Danza delle Furie" di Gluck davanti agli ex colleghi ufficiali, la rappresentazione in teatro del "Flauto Magico" di Mozart, la musica di chiara ispirazione del duo Weill-Brecht ma ancor di più l'esibizione della Rampling in abiti maschili "ufficiali" e a seno nudo è comunque entrata nell'immaginario del cinema italiano come vera e propria icona, al di la dello sviluppo alla Salomè (un momento gore inatteso). La metafora che sta dietro alla dipendenza masochistica della protagonista è che "le catene non si possono tagliare". In ogni caso, se la Cavani è la madre dello "sciagurato" filone sopra menzionato, il padre dovrebbe esserlo proprio quel Luchino Visconti de  LA CADUTA DEGLI DEI  Non da ultimo, questa pellicola, in una certa misura, deve pure aver ispirato quela bella canzone di Enrico Ruggeri. Ma a dispetto del suo indubbio "peso", o forse proprio in virtù di esso, è pesantuccio. [FB]

 

DI L. CAVANI, CON C. RAMPLING, D. BOGARDE, G. FERZETTI, P. LEROY, DRAM/EROT, ITA, 1974, 103', 1.85:1