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T R A I L E R

   
 

"Paul Newman regista, dimostra una sensibilità notevole per valorizzare il talento della Wooward"

 

 

Maestrina di scuola trentacinquenne, è ancora vergine, e proprio non gli riesce di relazionarsi con l'altro sesso, frenata dalle insicurezze e dall'asfissiante convivenza con la madre. In quello stato diventa facile preda degli impulsi lesbici di colleghe infervorate religiose, di navigati sciupafemmine tornati nella cittadina... "La Prima Volta di Jennifer" è l'esordio di Paul Newman alla regia, sensibilissimo, con un film volto a valorizzare il talento della moglie Joanne Wooward, bravissima a calarsi nei panni della goffa, insicura, a tratti grottesca zitella, vittima di paure che si trascina dall'infanzia, quando i coetanei la canzonavano per essere "la figlia del beccamorto". L'attrice diventa in tutto e per tutto il personaggio: l'andatura, le mossette, i sorrisi. Contrappuntato da visioni macabre niente male (la protagonista, da bambina, che si aggira tra piccole bare con "piccoli occupanti" composte dal padre, che in vita si occupava di "acconciare" le salme per il funerale, giungendo a "infilarsi" ingenuamente in una di esse) un dramma sotterraneo tangibile, trattato con sana ironia. Si prenda l'eccezionale sequenza della setta religiosa alla quale viene condotta (con secondi fini, si vedrà) dall'amica e collega, con hippy (che non fa che ripetere "love") il predicatore ("un uomo meraviglioso, con una voce dal tono molto convincente") e un nugolo di matti e disadattati che declamano lodi a cantilena. Qui, la Wooward da il meglio, rendendo chiaro il concetto: "pesce fuor d'acqua" e, colta da una crisi di panico diverrà ancor più facile preda dei predatori, assieme al momento dove riceverà la seconda grossa delusione. Quasi un romanzo di formazione, pellicola sui generis in anticipo sui tempi, proiettata nel decennio in arrivo. Emblematico, sotto questo aspetto, la decisione che "Jennifer" prende (l'animaletto fugge dalla gabbia, e guarda ad un futuro oscuro con ottimismo) una volta "conquistata" l'agognata consapevolezza. [FB]

 

[?] DI P. NEWMAN, CON J. WOOWARD, J. OLSON, K. HARRINGTON, SENTIMENTALE, USA, 1968, ??', 1.85:1