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MILLION DOLLAR BABY |
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Uno psicotico obbliga una ragazza appena conosciuta a perdere per lui una quindicina di chili. Una piacente venticinquenne cerca di piacere a buon diavolo che di mestiere fa l'orafo... E' la stessa storia. Matteo Garrone questa volta non ha sbagliato una virgola: meno autocompiacimento rispetto al precedente "L'Imbalsamatore" e -finalmente- si affida ad una solida sceneggiatura per mettere in scena un dramma esistenziale che può (deve) essere letto a più livelli. Un uomo che vuole modellare la sua lei (al primo incontro le dirà che se l'immaginava diversa, "più magra") avendo trovato prima "la testa" del "corpo" è -di primo acchito- una storia di perversione maniacale e velata misoginia. Sottotraccia, il discorso è ben più articolato e certo non troppo distante da chi vorrebbe di più dal proprio partner: senza ipocrisia, il quadro riversa i suoi aspetti agghiaccianti nel quotidiano (vedasi le sequenze dell'acquisto della nuova abitazione e nella boutique). Sintomatico è il fatto per cui l'orafo Vittorio -un umanissimo nella sua disumanità Vitaliano Trevisan, ancora in cura presso un istituto di igiene mentale (a causa di chissà quale trauma), sia convinto che come l'oro (ripulito e mondato di qualunque asperità e pesantezza raggiunga l'autentica purezza) le persone possano modellarsi a suo piacimento. Michela Cescon, interpreta Sonia: costretta -per amore e dedizione al proprio compagno- a trasformarsi in ciò che lui vorrebbe, e aderisce al personaggio con un coraggio da leone (le molte scene di nudo funzionali a mettere in risalto l'autentico dimagramento). Abbandonato il formato panoramico, il talentuoso regista non rifugge la raffinata la fotografi, né la confezione pregiata, commentata da una notevole partitura, opera anche questa volta della Banda Osiris. Un film che scorre veloce, sino ad una inevitabile conclusione, peraltro, tutt'altro che consolatoria. [FB] |
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[ID] di M. GARRONE, con M. CESCON E V. TREVISAN, DRAMMATICO, ITALIA, 2004, 95', 1.85:1, VOTO: 8 |