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REQUIEM |
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Dopo il divorzio, una madre e suoi i due figli, gemelli cresciuti in promiscuità e praticamente già uomini, vivono in perfetta armonia. Fino a che... Il regista Joaquim Lafosse, segue le tracce di Haneke e mette in scena con livida freddezza e senza fronzoli alcuno (nessun commento sonoro sui titoli di testa e di coda, camera a mano, inquadrature fisse per molti minuti che lasciano fuori fuoco i particolari importanti) mette in scena il cortocircuito innescato da un elemento estraneo che tenta di introdursi nel terzetto madre e due figli. Si tratta di un vicino di casa con il quale, la madre -una splendida e come sempre magistrale Isabelle Huppert- vorrebbe rifarsi una vita, vendendo la grandissima magione di campagna, "licenziando" i due figli (i fratelli -anche nella vita- Renier, bravissimi entrambi) verso una propria autonomia. Il perfetto equilibrio s'incrina ed è destinato a implodere in maniera inaspettata e violenta, tanto che sarà davvero difficile ricomporre i cocci che resteranno l'ultima fortissima immagine (metaforica) di un finale mai così aperto. Il titolo originale, "Nuda Proprietà" (Nue Proprieté) meglio rende l'idea alla base della pellicola: non solo è chiaro il riferimento alla grande abitazione che rappresentava l'eredità lasciata dal padre ai figli, ma unisce con il secondo termine (nue, nuda) la fragilità di un rapporto che privato, denudato del collante, sbilanciato, capitola inesorabilmente nella tragedia. Una sceneggiatura essenziale e mai urlata, una regia che ci rivela il suo valore in soluzioni di grande eleganza, dialoghi che non risparmiano niente e una fotografia a tinte autunnali perfetta e funzionale, completano il quadro. Un'opera di grande onestà e soprattutto una grande prova d'attori che punta lo sguardo direttamente sulla realtà senza concedere nulla alla finzione né all'ipocrisia e che si congeda senza posticce morali. [FB] |
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[NUE PROPRIETé] di J. LAFOSSE con I. HUPPERT & J. RENIER, DRAMA, BELGIO, 2006, 92', 1.85:1, VOTO: 9 |