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"torna Mikkelsen e giustamente si prende tutta la scena"

 

 

Uscito di galera, Tonny si vede costretto ad arruolarsi ancora tra le fila degli spacciatori, piccoli trafficanti e rubagalline, al soldo di boss fai-da-te, e come non bastasse si scopre ragazzo padre di un bimbo avuto da una prostituta. Poi si presta ad una sceneggiata con un amico, nei guai per aver perso una partita di droga... Nicolas Winding Refn torna sul luogo del misfatto e firma pure "Pusher 2", molto meno grezzo del primo e già inquadrato nello stile che rivelerà poi il gusto estetico raffinato dell'autore danese. Questa volta Mads Mikkelsen è il protagonista solo e assoluto, ed è merito suo se il film spicca finalmente il volo appassionando per la vicenda personale del suo anti-eroe. Era infatti la sua, la figura che più si faceva ricordare del primo  PUSHER  Più incisivo del capostipite, vanta almeno un pugno di sequenze incredibili: quella nella quale a Tonny non si arma l'arnese mentre è con due puttane, la scoperta dell'avvenuta morte della madre per... citofono (!) e la festa nuziale con la lap dancer che fa un servizio completo pur in presenza di un minore (il figlio del boss) dove le divergenze tra padre e madre naturale del piccolo neonato dove lei da del "ritardato" a lui, e lei si strafà di roba nel bagno del locale sembra quasi ricordare una versione high-tech, aggiornata ai tempi, di  BRUTTI SPORCHI E CATTIVI  di Ettore Scola. Torna comunque anche "Milo": il boss dell'est già al centro del primo film che godrà poi di quello che oggi si può definire uno "spin-off". La durata è maggiormente contenuta a tutto vantaggio del ritmo che pare subito quello giusto. L'elettropop la fa da padrone, lasciando il rock pesante a casa. Giungerà ancora un capitolo per questa saga del "perdente" Tonny, come del resto lascia già presagire il finale inaspettato dove [EVIDENZIA LO SPOILER] si intravvede nella notte buia, uno spiraglio di luce che sa di redenzione. [FB]

 

[ID] di N. W. REFN, CON M. MIKKELSEN, L. S. PETERSEN, A. SORENSEN, Z. BURIC, DRAM, USA, 2004, 96', 1.85:1