F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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●●●●          CULT

IN NOME DEL POPOLO...
IL DITTATORE... BANANAS
E ORA QUALCOSA DI...
BELLO ONESTO EMIGRATO...
GIù LA TESTA
REAZIONE A CATENA
IL GATTO A NOVE CODE
TERRORE CIECO
DUEL

L'ABOMINEVOLE DR. PHIBES
ARANCIA MECCANICA
MORTE A VENEZIA
CANE DI PAGLIA
NOTTE BRAVA DEL SOLDATO...
E JOHNNY PRESE IL FUCILE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

La morte di un'anziana paralitica (uno strano doppio omicidio camuffato da suicidio) genera una sanguinaria lotta per far fallire il progetto di trasformare una zona attorno ad una riserva naturale in un'area turistica... Molto prima di "Venerdì 13", sulle sponde di una baia si svolge una sanguinossima mattanza (moriranno in undici) compiuta con svariate armi da taglio (coltellacci, roncole, accette, arpioni) con mutilazioni a vista, sgozzamenti, decapitazioni (il nome di un certo Carlo Rambaldi compare nei credits). Le cose che più stupiscono sono che siamo solo nel 1971, in Italia e che in cabina di regia siede un nome erroneamente ritenuto assai più sobrio, qual è Mario Bava. Il veterano del gotico all'italiana si lancia coraggiosamente nel thriller a tinte forti, innovativo per più motivi: anzitutto per la trama spiazzante dove, in pratica assistiamo [EVIDENZIA LO SPOILER] all'applicazione dell'adagio "cane mangia cane" in una "Battle Royal" all'amatriciana poi, nell'anticipare l'Argento di  PROFONDO ROSSO  per l'attenzione verso il dettaglio grandguignolesco e il gore più estremo. Fotografato e illuminato in maniera splendida con quel gusto sempre molto personale per l'inquadratura (si vedano le scale: elemento ricorrente nell'immaginario baviano) è un'opera che riesce a spiazzare e sorprendere, ulteriore riprova di come molti esponenti del nostro cinema abbiano fatto scuola e anticipato di gran lunga gli epigoni americani. Incredibile come, messi a confronto, questo titolo e il già citato film di Cunningham, "Venerdì 13" appaia molto più datato, nonostante i 10 anni in meno. Immancabili le svedesine molto in voga all'epoca, di cui una si prodiga in nudo integrale, sguazzando nelle acque della baia -inutile dirlo- sotto lo sguardo puntuale dell'assassino. Il finale ironico è invero cattivissimo e se da un lato sdrammatizza fortemente la situazione, non ne disinnesca il potenziale eversivo. Tutt'altro. [FB]

 

di M. BAVA, CON C. AUGER, L. PISTILLI, C. VOLONTé E L. TRIESTE, HORROR, ITA, 1971, 84', 1.85:1