F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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GLI ARISTOGATTI
VENGA A PRENDERE UN CAFFé
M.A.S.H.
BRANCALEONE ALLE CROCIATE
L'UCCELLO DALLE PIUME...
INDAGINE SU UN CITTADINO...

I DIAVOLI
IL CONFORMISTA
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UN UOMO CHIAMATO CAVALLO
SOLDATO BLU
IL GIARDINO DEI FINZI...

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Bava, spinto a cavalcare i fasti dello spaghetti-western. Una brutta caduta."

 

 

Un pistolero playboy avvicina un'indiana con i cerotti sui capezzoli. L'ex compare medita di far soldi al soldo (ehm) di un russo da barzelletta. Inevitabilmente, i due avventurieri andranno ancora in combutta tra loro... Mario Bava, spinto dai produttori a cavalcare i fasti dello spaghetti-western nostrano, si cimenta in quello che potrebbe sembrare un "Trinità" ante-litteram. Sarà che a me il western troppo contaminato non è mai piaciuto e le orme di Leone hanno dimostrato di non essere facilmente percorribili dagli epigoni (forse appena Corbucci può vantarsi di aver saputo afferrare il senso di tale operazione) ma, fatte queste premesse, è triste dirlo, ma la digressione baviana che offre "Roy Colt & Winchester Jack" non fa eccezione. Due facce anonime tipiche di quegli anni sono affiancate da una sfolgorante Marilù Tolo che focalizza almeno l'attenzione dello spettatore-maschio: l'unica donna per la quale lo stilista Valentino avrebbe cambiato attitudini sessuali (sono parole sue) non è purtroppo un motivo sufficiente a salvare il film dal naufragio, complice un eccessivo sbracare nel ridanciano, con personaggi monodimensionali che paiono più macchiette (come definire, altrimenti, il russo che parla da russo?) e una sceneggiatura che sembra davvero non sapere bene dove andare a parare. Ci sono sì, gli squarci baviani in talune riprese, e l'uso di mascherini che per il regista nato a Sanremo hanno sempre rappresentato più che un marchio stilistico: una necessità dovuta ai bassi budget a disposizione. La tavolozza cromatica poi ammanta tutto di tonalità di marrone, dando un aspetto terroso che parrebbe più guardare a Corbucci che a Leone. Ma qui non c'è fango: tutto è pulito. Pare che Bava si fosse divertito parecchio a smontare il western all'italiano trasformandolo in parodia. Sfortunatamente si sarà anche divertito lui, ma non noi spettatori. Una brutta caduta per Bava. [FB]

 

di M. BAVA, CON B. HALSEY, M. TOLO, C. SOUTHWOOD, WESTERN/COMICO, ITALIA, 1970, 75', 1.85:1