F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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LA VITA é MERAVIGLIOSA
NOTORIoUS
SCIUSCIà




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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"condivide molto con il contemporaneo film di Capra, e sperimenta arditi cromatismi"

 

 

Un aviatore colpito durante un'azione di guerra, sul punto di gettarsi nel vuoto da 1000 metri di quota per precipitare assieme del velivolo, consegna il suo cuore ad un'ignota voce femminile sintonizzata sulle sue frequenze dalla torre di controllo. Incredibilmente si sveglia sul bagnasciuga, incontrando la donna alla quale aveva giurato eterno amore. E' corrisposto, ma qualcuno lassù, si accorge della sua assenza ingiustificata... Michel Powell si lancia in arditi sperimentalismi cromatici (e ci scherza sopra, facendo dire ad un personaggio: "ah, se adattassero il Technicolor anche lassù! Siamo tutti palliducci..." tant'è che distacca "l'Altrove" con un livido -fantasmatico- bianco e nero, contrapposto alla sfavillante cornice terrena). Il suo stile registico, che vanta numerosi estimatori tra i maggiori cineasti (Scorsese in testa a tutti) è avantissimo sui tempi: si prenda la corsa in moto e il modo brillante in cui il regista inglese la "risolve". Al di là dell'aspetto esteriore e delle bravure tecniche, "Scala al Paradiso" conta su di una storia fantasiosa e "fantastica" in senso stretto, condividendo con il contemporaneo celebratissimo film di Frank Capra (...è nato prima quello o questo?) le "ingerenze" dall'aldilà nei destini umani, e la seconda chance offerta, lì per mutare il destino di James Stewart, qui per assecondare la nuova amorosa intrapresa (con Kim Hunter) da un giovanissimo David Niven. C'è comunque ben poco zucchero nel lavoro di Powell, anzi c'è un'angoscia crescente nel protagonista e di chi gli sta intorno, causata dallo "sbalestramento" che soffre ogni qualvolta viene a trovarlo il "messaggero celeste". Dopo un avvio tanto folgorante (bellisima la sequenza sulla spiaggia dove avvicina il pastorello nudo) tanto è deludente nella parte "processuale" (pur facendo leva su scenografie che richiamano i surrealisti Dalì e De Chirico) che si ingolfa ribadendo ciò che già si era esposto in  DUELLO A BERLINO  [FB]

 

[MATTER OF LIFE AND DEATH] DI M. POWELL, CON D. NIVEN, K. HUNTER, FANTASTICO, UK, 1946, 100', 1.33:1