F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 0 0        2 0 0 1        2 0 0 2        2 0 0 3        2 0 0 4       2 0 0 5        2 0 0 6        2 0 0 7        2 0 0 8        2 0 0 9        >

 

●● ½

REQUIEM
BABEL
PROPRIETA' PRIVATA
LE VITE DEGLI ALTRI
LE TRE SEPOLTURE
IL CAIMANO

THE DEPARTED
SYRIANA
DIARIO DI UNO SCANDALO
LETTERE DA IWO JIMA
LE LUCI DELLA SERA
LA CITTA' PROIBITA
L'ULTIMO RE DI SCOZIA
THE NEW WORLD
FLAGS OF OUR FATHERS

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"ci si rammarica a vedere una così brava attrice lavorare su una sceneggiatura tanto deprimente"

 

 


Una giovane donna fa di tutto per farsi assumere in un condominio e introdursi come domestica in una famigliola: madre orafa, padre oberato dal lavoro e figlioletta con problemi. Inutile dire che ha un segreto... Dopo aver visto "La Sconosciuta" di Giuseppe Tornatore, la prima sensazione che ti resta è il rammarico. Rammarico per aver visto lavorare una così brava attrice (Kseniya Rappoport) su una sceneggiatura tanto deprimente, zeppa di incongruenze, forzature e stupidaggini ai limiti della sopportabilità. Ora: cosa può passare nella testa di un regista a inserire appena dopo una scena intenzionalmente molto intensa una gag (come altrimenti definirla?) dove due Babbi Natale (!) assalgono e pestano a sangue la protagonista? Scena che è slegata totalmente dalla storia. Altro buco logico della consistenza del cratere di un vulcano: [EVIDENZIA LO SPOILER] "Muffa", scuoiato come il porco che è, che ricompare poi con postumi che evidenziano appena un leggero rantolo alla voce (!) E poi la prevedibilità che ci fa capire TUTTO non appena vediamo assieme due personaggi, al punto che ogni flashback, sviluppo tramico, presunto "colpo di scena" appare inutile orpello, forzata sottolineatura, fastidiosa precisazione. La succitata prova della Rappoport (brava e bella, e bionda è una bomba sexy) finisce così vanificata dallo stupidario e aliena per l'evidente divario che la stacca dal cast: dalla Gerini (per tutto il film ho pensato: "a'nvedi quant'è sciupata Greta Scacchi!") al presenzialista Favino (sopravvalutato) passando per l'ipocondriaco Haber e il laido di Placido sul quale stendiamo un pietoso velo (anche perché tutto ignudo è davvero ributtante). Piera degli Esposti è la sola a non scomparire accanto all'attrice russa. Morricone sbrodola nei soliti sentimentalismi, ormai dimentico dei fasti passati e il regista è il solito ruffiano a scenografarle per strappare le lacrime ai più sensibili. [FB]

 

di G. TORNATORE,  CON K. RAPPOPORT, C. GERINI, M. PLACIDO, DRAMMATICO, ITALIA, 2006, 115', 2.35:1