F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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COSA AVETE FATTO A SOLANGE
CHI L'HA VISTA MORIRE

LA DAMA ROSSA UCCIDE...
TUTTI I COLORI DEL BUIO
SETTE ORCHIDEE MACCHIATE...

IL COLTELLO DI GHIACCIO
LA MORTE ACCAREZZA A...
SETTE SCIALLI DI SETA GIALLA
IL TUO VIZIO é UNA PORTA...
GIORNATA NERA PER L'ARIETE
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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"capostipite dei cannibalici, in una cornice pił da spot Vidal che da sesso selvaggio"

 

 

Lasciatosi alle spalle un omicidio per legittima difesa, un fotografo inglese si addentra attraverso il fiume nella giungla thailandese. Qui, scambiato per un essere anfibio, finito al rusco, molto gli ci vorrą prima di ottenere il rispetto degli indigeni. Scappando, poi, rischia di finire dalla padella alla... padella dei cannibali..! Titolo orrendo e raramente fuorviante per un lavoro ben fotografato e a suo modo anche suggestivo, ma tedioso, pur con una sua importanza filologica nell'ambito della grande tradizione del cinema di genere. Dopo l'esito incerto del film precedente, Umberto Lenzi gioca la carta di un neo-genere raccolta dopo essere stata scartata dall'allora sceneggiatore Barilli. Si tratta del capostipite di tutti i cosiddetti "cannibalici", con Ivan Rassimov come protagonista affiancato dalla soave Me Me Lay che assurgerą a vera icona del genere. Se i riti tribali ai quali deve sottostare l'uomo per potere farsi "chiamare Cavallo" (ops) allestiscono un inedito supplizio della crocifissione condito di tiro assegno con freccette (wow!) quelli cosiddetti "sessuali" investono aberrazioni anche peggiori (le povere vedove vengono subito "condivise" da tutti i villici!). Quanto alla cerimonia "da sesso selvaggio" alla quale si deve l'ammiccante titolo sembrerebbe pił rifarsi ad uno spot della Vidal. Gią al suo esordio, il neo-genere mette in campo il primo scontro animale con "Serpente vs Donnola" (con la vittoria a sorpresa di quest'ultima) sanguinari combattimenti tra galli, e l'immancabile sequenza orripilante con un povero macaco scoperchiato del cranio. Vera o presunta che sia, una scena veramente deprecabile, disgustosa e totalmente gratuita, che anticipandone altre simili (l'alligatore squartato vivo, la capra sgozzata a freddo) vedrą accolta con soddisfazione una legge restrittiva in materia di violenza sugli animali. Il film si guarda ma tutto pare finalizzato a far sbottare lo spettatore: "selvaggi!". [FB]

 

di U. LENZI, CON I. RASSIMOV, M. M. LAY, P. SINGHARA, AVVENTURA/HORROR, ITALIA, 1972, 93', 2.35:1