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A HISTORY OF VIOLENCE |
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Una tipa col complesso della samaritana, risponde a un'inserzione: dovrà prendersi cura di un anziano colpito da ictus. Confrontandosi con la moglie di questi (un'autentica megera) e le superstizioni locali, scoprirà -a sue spese- che è meglio star lontani dalle paludi della Luisiana... Un film che finalmente torna dalle parti di Angel Heart (caposaldo horror della seconda metà degli anni '80) esplorando l'inquietante mondo dei rituali voodoo. Purtroppo il regista non è Alan Parker e si vede. Se la partenza è apprezzabile (sembra il Raimi di "The Gift") la pellicola sbanda (complice il terreno limaccioso?) non sapendo bene quale strada prendere per non giungere anzitempo a conclusione, poi ritrova la retta via con una serie di trovate che regalano qualche genuino brivido, per poi smarrirla ancora. Se alcuni spunti sono buoni, pesano purtroppo di più una sequela di effettacci sonori volti a fare sobbalzare forzatamente sulla sedia. Il flashback sui domestici stregoni poi è realizzato in maniera grossolana e involontariamente grottesca ed è ridicolo il rewind per una sequenza che avrebbe dovuto evocare ben altre suggestioni. Se gli attori non brillano di luce propria nemmanco sono i dialoghi ad aiutarli. Si salva il redivivo (o redimorto) John Hurt che dosa la giusta drammaticità al suo personaggio, impotente perché completamente paralizzato. Se in "Elephant Man" era celato da un make-up pazzesco, qui emetterà poco più che un monosillabo. L'ottimo lavoro del direttore della fotografia (magnifiche panoramiche su scorci lacustri, poi spazzati via dall'uragano Katrina), un sapiente dosaggio di musiche "alla New Orleans" e un finale inaspettatamente crudele, risollevano in parte le sorti di un'opera un po' troppo patinata e smaccatamente innocua per poter spaventare davvero come avrebbe voluto. [FB] |
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[ID] di J. FAWCETT, con K. HUDSON E J. HURT, HORROR, USA, 2005, 104', 2.35:1, VOTO: 6 |