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HEREDITARY T R A I L E R |
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"il recente babau, dopo l'esordio sulla rete, ripercorre strade sin troppo battute, e annoia" |
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Quattro ragazzine hanno la bella pensata di evocare un demone. Oggigiorno le evocazioni si fanno on-line... Prendi un po' di THE RING e un po' di CANDYMAN o ottierrai... "Slender Man"?! Parte dallo spunto offerto dall'omonimo personaggio inventato da tale da Victor Surge; già protagonista di fumetti, corti e quant'altro (addirittura fattacci di cronaca nera americana) era scontato che arrivasse la ribalta del grande schermo. "Tre rintocchi di campana, al primo si chiudono gli occhi, all'ultimo li si aprono"! , e ancora: "alcune le prende, altre le rifiuta, e non si sa perché prende chi prende e rifiuta chi rifiuta". Questo, in sintesi, la linfa di partenza. Sfortunatamente lo svolgimento percorre strada sin troppo battute, e i momenti potenzialmente spaventevoli vengono annacquati in una tenebra tanto oscura da rendere difficile comprendere cosa stia accadendo. E' il solito vizio che inficia molto produzioni recenti: usare il buio è cosa nobile ma anche perniciosa, e solo i grandi l'hanno saputo fare. Prendiamo l'Argento di INFERNO caposaldo dell'horror che verrà anche (forse) citato in una delle poche sequenze che qui si ricorderanno (quella nella biblioteca, appunto similare a quella della pellicola dell'80). Le nuove generazioni, social-network-dipendenti, le vediamo facili prede di questo ennesimo Babau che se ne serve con mefistofelica malvagità. Peccato non si sia saputo adeguatamente sfruttarle al di la dell'esile plot. Gli alberi che si animano ce li avevano già fatti vedere Raimi e Friedkin, in maniera più evidente e inquietante. Qui abbiamo in più la "conversione" delle persone colpite da questa sorta di "virus" in [EVIDENZIA LO SPOILER] alberi! Assieme alla già citata sequenza post-argentiana è forse l'unica altra cosa degna di nota. Perchè tutto questo ci viene detto in troppo tempo, e per di più malamente. E si viene colpiti, come spettatori, da un virus terribile, ben più della dipendenza dai social: la noia. [FB] |
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[ID] DI S. WHITE, con J. KING, J. BOTET, J. GOLDANI LELES, A. BASSO, HORROR, USA, 2018, 93', 2.35:1 |